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Ippica a Monza: recupero possibile Nel Parco della Villa Reale di Monza può sorgere un centro di allenamento d´eccellenza del galoppo.

Sempre più operatori dell’ippica milanese credono nel progetto di recupero delle piste che furono dell’ippodromo di Mirabello, dove si è corso dal 1924 al 1976 e dove, fino ad una decina di anni fa, si sono comunque allenati dei cavalli. Il recupero di questa realtà si inserirebbe perfettamente nel progetto, avviato soprattutto grazie al Mipaf guidato dal Ministro On. Luca Zaia, di rilancio dell’ippica nazionale, permettendo alle scuderie lombarde di massimizzare i risultati dei loro sforzi a beneficio di proprietari, allevatori e pubblico, quindi dell’intero settore.

Crediamo che la proposta degli ippici possa essere accolta favorevolmente dagli Enti locali interessati a valorizzare il sistema Parco.
L’inserimento dell’ippica nel suo territorio è di certo auspicabile sia sotto l’aspetto ambientale sia sotto quello paesaggistico. Inoltre, anche se al momento non si pensa alla creazione di un ippodromo, il centro di allenamento potrebbe ospitare riunioni autorizzate a scopo promozionale, che rappresenterebbero per il Parco un’opportunità in più sul piano sport e spettacolo.

L’attuazione del progetto, del quale la Grizzetti Galoppo è tra i promotori, permetterebbe il recupero architettonico e funzionale dell’area delle scuderie, ora in chiaro stato di degrado. Sebbene le strutture dell’ippodromo siano andate pressoché interamente perdute, i sopralluoghi tecnici effettuati hanno evidenziato come il terreno abbia mantenuto le caratteristiche di elasticità e drenaggio che lo hanno sempre caratterizzato.

Monza sarebbe quindi la soluzione ideale per decongestionare l’attività ippica di San Siro; per giunta ricalcando le orme dei maggiori centri di allenamento europei – Chantilly, Newmarket – realtà ippiche d’eccellenza, produttive, efficienti, moderne e inserite in parchi e ambienti naturali che sono garanzia del benessere del cavallo e perciò della sua massima valorizzazione.

Dichiarazioni
«La natura trasmette tranquillità ai cavalli, il maggior centro di allenamento in Francia è nel parco di un castello, Chantilly, il corrispettivo inglese, Newmarket, è in brughiera. L’ippica sta rinascendo, grazie anche all’opera del ministro Zaia, e Monza sarebbe un’iniezione di fiducia», Bruno Grizzetti, allenatore di due Derbywinner, Cima de Triomphe (2008) e Rakti (2002).

«Sono pronto a studiare il bando, con il contributo di tutti, per la reintroduzione in grande stile dei cavalli nel Parco di Villa Reale. Tengo soprattutto per il recupero delle scuderie, ma attendo l’insediamento del nuovo consorzio e ricordo che il parco dipende anche da Milano. Credo si possa pensare a un centro polifunzionale del cavallo, comprendendo anche l’allenamento del purosangue», Pierfranco Maffé, Assessore Educazione, Parchi e Villa reale comune di Monza.

«I terreni erano perfetti e non possono essere cambiati: drenati elastici. Ci ho corso e vi andrei subito». Luciano d’Auria, trainer Falbrav, campione che aprì gli Anni 2000.

«Abbiamo recentemente effettuato un sopralluogo a Monza per sondare possibili soluzioni, qualora sorgesse l’esigenza di creare un centro di allenamento. Ma non ci sono ancora nostri contatti con l’Amministrazione», Francesco Ruffo Scaletta, ex manager di Varenne e consulente Trenno, società del gruppo Snai proprietaria ippodromi di Milano.

Mirabello, l’ippodromo della Villa Reale di Monza le sue corse i suoi cavalli, i suoi uomini

L’ippodromo fu inaugurato nel 1924 dopo che l’Architetto Paolo Vietti Violi ne seguì progettazione e lavori. Si tratta di uno dei primi impianti ippici del Vietti Violi, che poi realizzerà Roma Capannelle, Merano Maia, il Trotter di Milano per arrivare a una cinquantina di ippodromi, con realizzazioni anche in Africa e India.
Il committente era la milanese Sire – Società per l’incoraggiamento delle razze equine (poi Trenno), per la quale Violi aveva già realizzato San Siro Galoppo, inaugurato nel 1921 e dal 2004 riconosciuto quale monumento nazionale.
Su Rassegna di Architettura del ’32 Violi scrive: «A Monza, date la caratteristica ubicazione, le tribune devono essere più informali che a Milano: di qui l’impiego del legno». Ne fece un gioiello liberty, ispirato soprattutto agli ippodromi normanni simbolo della Belle époque, ambienti che il Violi aveva conosciuto durante i suoi studi all’Accademia di Architettura di Parigi.

Le corse a Monza non avevano lo spessore tecnico di quelle di San Siro, ma non di meno erano una piacevole occasione mondana per uno sport che, specie negli Anni 20 e 30, voleva dire aristocrazia e grande impresa (i Cicogna Mozzoni, i Crespi, i Fossati e così via).
Dagli Anni 30 ai 40 a Monza tenne i suoi cavalli, nelle medesime scuderie che oggi vorremmo recuperare, Luchino Visconti, che prima di dedicarsi alla regia cinematografica, fu fantino dilettante, allenatore e allevatore di assoluta classe. L’ippodromo brianzolo era importante soprattutto per le corse dei dilettanti (i gentelmen rider) e per le prove in ostacoli; specialità da quest’anno scomparsa in Lombardia a seguito dell’annullamento delle corse di San Siro per saltatori.
L’evento clou era il corss-country di Monza, nel quale gareggiarono più volte anche gli olimpionici fratelli D’Inzeo e Graziano Mancinelli. La prova aveva il suo momento più spettacolare nel guado del fiume Lambro. Il Mirabello chiuse nel 1976, proprio con la disputa dell’ultimo Grande Cross.


DATE E NUMERI DI MIRABELLO

1922
La concessione a costruire l’ippodromo rilasciata alla Società incoraggiamento razze equine (oggi Trenno)

1924 Inaugurazione dell’ippodromo)

100 Ettari l’area sulla quale insisteva l’ippodromo

2 Le piste da corsa (da 1800 e 2200 metri)

2 Le tribune liberty in legno da 1500 posti realizzate dall’Arch. Palo Vietti Violi

1976 L’anno dell’ultima corsa disputata (Il Grande Cross Country di Monza)

1990 Due incendi distruggono i resti delle tribune

Alessandro Ferrario


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