Cos´è l´abilità e cosa s´intende per individuo abile?
Quali sono le abilità necessarie alla vita di tutti i giorni?
Come può il contesto equestre inserirsi in questo processo di autonomia ed abilità?
Le risposte di Donatella Caselli, operatore superiore di Equitazione Integrata EQUITABILE®
Essere abili vuol dire aver affinato ed esercitato delle qualità e caratteristiche innate nell’individuo in modo da riuscire a portare a termine una determinata azione nel miglior modo possibile. Per definizione un individuo è abile quando assolve ad un compito motorio richiesto o voluto, con il massimo risultato ed il minimo dispendio energetico. Questo presuppone un processo di apprendimento e d’interazione con l’ambiente. Il bambino alla nascita è dotato di una serie di capacità e qualità che possiamo considerare il suo “equipaggiamento potenziale”, ma per incrementarle ed affinarle ha bisogno d’interagire con il mondo che lo circonda, ha bisogno di muoversi,di provare il maggior numero di azioni diversificate possibili,di esplorare,percepire,osservare; quindi ha bisogno di vivere delle esperienze motorie e sensoriali in modo da formare un suo bagaglio di conoscenze ed abilità che si modificheranno, amplieranno e consolideranno nel corso di tutta la vita.
L’apprendimento è allora il presupposto della conoscenza e dello sviluppo di ogni individuo, esso è definito un processo di acquisizione ed affinamento di conoscenze e capacità di ciascun individuo posto a confronto con l’ambiente. Per capacità, quell’”equipaggiamento potenziale” del bambino, intendiamo le capacità motorie condizionali, che rappresentano la condizione fisica dell’individuo ed utilizzano l’energia disponibile nell’organismo, e coordinative, che costituiscono il presupposto per organizzare e regolare il movimento. Tali capacità ci permettono di realizzare in modo consapevole l’azione motoria.
Quali sono le abilità necessarie alla vita di tutti i giorni?
Credo che quanto più un individuo sia autonomo tanto più la sua qualità di vita sia migliore.
Considerando l’individuo nella sua totalità durante il suo sviluppo esso acquisisce delle autonomie di base, intese come cura del proprio corpo, dall’igiene all’alimentazione; apprende un linguaggio ed impara ad utilizzare vari canali comunicativi; comprende come relazionarsi con gli altri attraverso l’affettività; impara ad accettarsi come individuo dotato di qualità e difetti, a gestire e modificare eventuali comportamenti problematici; impara a muoversi nello spazio affinando le capacità del proprio corpo; pianifica delle azioni, dei progetti, elabora delle modalità d’intervento a seconda delle situazioni; sviluppa un certo grado di sicurezza in sé stesso.
Riassumendo diviene sempre più autonomo dal punto di vista fisico-motorio e psicologico-sociale, diviene consapevole di sé stesso e capace di modellarsi e migliorarsi, rendendosi un individuo libero. Descritto in questi termini appare un processo molto semplice e naturale, in realtà non è del tutto così. Come abbiamo visto, fin dalla nascita siamo dotati di un potenziale, fin da molto piccoli iniziamo ad esplorare il mondo; se è vero che tale curiosità è innata ed estremamente naturale, è pur vero che lo sviluppo di un bambino va accuratamente seguito e guidato.
Un bellissimo pensiero ci ricorda che “…un bambino impara così, acquisendo nuove capacità tramite le dita delle mani e dei piedi. Assorbendo le abitudini e gli atteggiamenti di coloro che gli stanno intorno, spingendo e tirando il suo mondo. Un bambino impara così, più provando che sbagliando, più attraverso il piacere che attraverso la sofferenza, più grazie all’esperienza che grazie ai suggerimenti e alle spiegazioni, e più grazie ai suggerimenti che agli ordini. E un bambino impara così, tramite l’affetto, l’amore, la pazienza, la comprensione, il senso di appartenenza, il fare e l’essere…così il bambino impara.” (Frederick Moffet – Dipartimento della Pubblica Istruzione di New York). Quindi l’apprendimento motorio, ma direi proprio lo sviluppo completo del bambino prima e dell’individuo adulto poi, passa attraverso l’esplorazione dell’ambiente influenzata dall’osservazione delle persone vicine, spinto dalla ricerca di sensazioni piacevoli e gratificanti, supportato e sostenuto dall’amore. In questa visione ciascun educatore o insegnante è tenuto a seguire questo complesso sviluppo cercando di realizzarlo in un contesto adeguato e ricco di stimoli.
Come può il contesto equestre inserirsi in questo processo di autonomia ed abilità?
Ricordo le sensazioni che ho provato all’età di sette anni quando per la prima volta mi sono avvicinata ad un maneggio: il verde circondava tutto il maneggio, nel campo scoperto c’era una lezione in corso con diversi cavalli ed ogni volta che mi passavano accanto sollevavano una polverosa nuvola di sabbia che mi mandava il loro odore intenso, dalle scuderie si sentiva il nitrire dei cavalli rimasti dentro ed il lavorare operoso dei diversi collaboratori, il tutto mi diede un’immediata sensazione di tranquillità e di grande libertà, ero molto eccitata, non sapevo dove guardare, ogni cosa attirava la mia attenzione. Quando la lezione in campo finalmente finì potei parlare con l’istruttore ed avvicinarmi ad un cavallo che mi aveva colpito perché altissimo e dal mantello scuro, si chiamava Poppea, avevo timore a toccarlo proprio perché vicino a me era enorme, ma l’attrazione fu più forte e così ricordo che mi sono avvicinata al collo ed ho iniziato ad accarezzarlo, il contatto con quel pelo morbido, caldo mi ha conquistato all’istante, il fatto che quel cavallo così grande stesse lì fermo a farsi accarezzare da me mi fece sentire importante e da quel giorno ho passato tutta l’estate ad occuparmi di Poppea,…così è iniziato il mio amore per i cavalli e tutto il loro suggestivo mondo!
Naturalmente quest’esperienza è solo una delle tante che possono capitare a chi si accosta a questo variegato mondo, ma le sensazioni di tranquillità, di libertà, di collaborazione, di responsabilità nei confronti di un altro essere vivente che tale mondo suscita credo siano un determinatore comune. Un clima di questo tipo penso sia il presupposto per realizzare delle azioni educative valide in grado di aiutare e sostenere il complesso e delicato sviluppo del bambino. Infatti se la palestra con il supporto delle diverse discipline sportive quali la ginnastica artistica, la pallavolo, il basket, il judo ecc..; con l’utilizzo dei fondamentali di tali discipline, nonché dei rispettivi piccoli e grandi attrezzi; con l’interazione tra i coetanei; con la proposta di giochi finalizzati allo sviluppo delle capacità motorie, è in grado di fornire al bambino tutti gli stimoli necessari al suo accrescimento fisico ed alla sua maturazione psicologica, ugualmente il contesto equestre è una valida palestra motoria e di vita. Per contesto equestre s’intende tutto ciò che è racchiuso e coinvolto nel maneggio e dalle sue attività, si deve pertanto abbandonare l’idea limitante dell’equitazione come l’essere “addestrati” a condurre il cavallo e non considerare più questo animale come “strumento meccanico”.
Oggi le proposte che offre un maneggio sono molteplici dall’equitazione ludico-sportiva, al volteggio, all’uso delle carrozze, alla pet-teraphy, all’equitazione integrata e via dicendo, in cui ciascuno può trovare l’attività più adatta alle proprie esigenze, competenze ed affinità, ma l’elemento che accomuna ciascuna di queste attività e che le differenzia da tutte le altre discipline sportive, dandole una marcia in più, è sicuramente la presenza del cavallo.
Il cavallo è l’elemento fondamentale intorno al quale creare una proposta educativa, esso da un punto di vista psicologico ed emozionale stimola il nostro immaginario, evoca un’immagine del Sé Grande, aumenta l’autostima, infonde un senso di cura e responsabilità, con la sua caratteristica di essere presente ma assolutamente non invasivo, rende protagonista chi instaura un rapporto con esso. Da un punto di vista fisico provoca numerosi stimoli neuromuscolari e sensoriali tali da produrre tutta una serie di benefici sul controllo motorio della persona e nel migliorare le sue abilità. Inoltre non si deve considerare l’attività con il cavallo come esclusivamente lo stare in sella, essa ha inizio a terra, nei box o nella scuderia quando si prepara il cavallo.
Vediamo come le diverse attività con il cavallo possono divenire palestra motoria per le attività di tutti i giorni:
ATTIVITA’ A TERRA
• Conoscenza del cavallo: come avvicinarsi, chi è, com’è fatto, come comunica, di cosa ha bisogno.
• La scuderia e la cura del cavallo: conoscere l’ambiente nel quale vive il cavallo, conoscere e saper mantenere questo ambiente pulito ed adatto alle sue esigenze, prendersi cura del cavallo sotto l’aspetto della sua pulizia, dell’alimentazione, del mantenere le sue attrezzature, finimenti e strumenti di pulizia, adeguati all’uso.
• Preparazione e dissellaggio del cavallo: conoscere e saper togliere e mettere la capezza, il filetto, il sottosella e la sella, eventuali protezioni ed aiuti secondari.
• Conduzione del cavallo da terra: saper accompagnare il cavallo nel box e nel paddok, sapersi orientare con lui negli spostamenti all’interno del maneggio e del rettangolo, saperlo guidare negli esercizi o nei giochi.
EFFETTI SULLA PERSONA: penso possa saltare all’occhio l’estremo parallelismo tra la preparazione del cavallo e la cura quotidiana che ciascun individuo ha o dovrebbe avere di sé stesso e dell’ambiente in cui vive. Per un bambino o per una persona disabile occuparsi della pulizia del cavallo, oltre ad essere un’attività gratificante e divertente che lo fa entrare in empatia con l’animale, diviene esempio per trasmettere e far acquisire quelle regole dell’igiene quotidiana spesso noiose, aiutandolo nel suo percorso di autonomia; inoltre stimola lo sviluppo della manualità e della coordinazione fine necessarie in ogni attività.
Per un ragazzo con problemi comportamentali l’essere impegnato e coinvolto nella gestione della scuderia e dell’alimentazione del cavallo può essere stimolo per convogliare la sua ribellione in un’attività utile al centro equestre, facendolo sentire necessario e rendendolo responsabile delle sue azioni. Per un adulto lo spazzolare il mantello del cavallo, ad esempio, rilassa la mente sempre così affollata d’impegni e lo aiuta ad immergersi in un contesto più a misura d’uomo, più naturale restituendogli un’energia positiva.
ATTIVITA’ SUL CAVALLO
• La salita: imparare a salire autonomamente e nella maniera corretta, senza “aggredire” ed “appesantire” troppo il dorso del cavallo, imparare ad assumere un buon assetto sul dorso.
• La conduzione: imparare a muovere il cavallo alle diverse andature, ad orientarsi nel campo, a gestire gli equilibri che vengono a modificarsi in relazione alle andature ed alla velocità, a rispondere ed eseguire correttamente gli esercizi o i giochi proposti dall’istruttore.
• La discesa: imparare a scendere autonomamente e nella maniera corretta per evitare rovinose cadute e di spaventare il cavallo.
EFFETTI SULLA PERSONA: in questa fase i benefici che possiamo riscontrare riguardano maggiormente la formazione della persona dal punto di vista dello sviluppo motorio e sensoriale e di presa di coscienza del proprio corpo in relazione a quello del cavallo ed in relazione ad uno spazio.
Il movimento del cavallo al passo stimola i recettori dei fusi neuromuscolari che inviano informazioni sulla posizione dei diversi distretti muscolari impegnati al sistema nervoso. Questo processo, del tutto automatico ed inconscio, aiuta il bambino in via di sviluppo o la persona disabile, nella costruzione dello schema corporeo (coscienza della posizione del nostro corpo nello spazio) da parte del sistema nervoso grazie appunto al sistema propriocettivo.
Sempre l’andatura del passo per il suo particolare movimento tridimensionale e sinusoidale e quello alternato di abbassamento e risalita dell’incollatura, determina all’altezza della sella un movimento dal basso verso l’alto, da destra a sinistra e viceversa a seconda dell’arto di appoggio. Questo movimento viene trasmesso al bacino del cavaliere che si muoverà con un ritmo molto simile a quello del camminare; in persone che hanno difficoltà nel camminare o sono impossibilitate a farlo quest’esperienza ripetuta di una deambulazione fisiologicamente corretta porta a stimolazioni per il raddrizzamento del tronco, del capo e per l’equilibrio. Ancora l’equilibrio viene sviluppato e migliorato grazie ai continui aggiustamenti dell’assetto del cavaliere in conseguenza dello spostamento del suo baricentro da destra a sinistra, avanti e indietro, in alto e in basso. Nella vita di tutti i giorni possedere un buon equilibrio vuol dire ad esempio evitare delle cadute, muoversi con il minimo o comunque adeguato impegno muscolare.
Il movimento del cavallo impegna inoltre, tutta la muscolatura in modo simmetrico, questo è importante, ad esempio per il bambino per il suo sviluppo armonioso e globale dei diversi gruppi muscolari; altrettanto importante risulta questa simmetria in persone con emiplegia,dove un gruppo muscolare tende a prevalere sull’altro, attraverso esercizi di rilassamento a cavallo si riesce a decontrarre i distretti muscolari ipertrofici ed a stimolare quelli ipotrofici. Più si riesce a “formare” un corpo muscolarmente equilibrato, maggiormente quel corpo si muoverà con il massimo della resa ed il minimo sforzo in qualsiasi compito esso sia chiamato a svolgere.
Infine il lavoro a cavallo attraverso giochi, percorsi e gimkane, oltre a creare momenti socializzanti e divertenti, stimola nel bambino e nella persona disabile lo sviluppo delle capacità coordinative quali l’orientamento, fondamentale ad esempio, per orientarsi in strada negli spostamenti quotidiani e rendersi maggiormente autonomi; la fantasia motoria nel risolvere una situazione di percorso proposta dall’istruttore, o la destrezza nel superare un ostacolo nella gimkana, la differenziazione spazio-temporale attraverso giochi in cui si debba effettuare un movimento entro un determinato spazio e tempo; capacità che da adulti e nel quotidiano possono risultare utili nel pianificare e gestire delle situazioni di studio o lavoro.
CONCLUSIONI
Infiniti ed interessanti potrebbero essere ulteriori esempi ed approfondimenti di quanto l’attività equestre ed il suo contesto possano avere benefici effetti sullo sviluppo di abilità necessarie alla vita di tutti i giorni, credo comunque che da questo breve scritto si possa dedurre come questo tipo di attività sia per tutti, bambini, adulti, disabili o normodotati, e che attraverso di essa si possa sviluppare, tramite l’utilizzo di programmi con obbiettivi ben definiti ed individualizzati, una persona completa, autonoma e libera.
Lambruschi Roberto – Coordinatore nazionale – www.equitabile.it – desultores@tiscali.it
Donatella Caselli
Operatore Superiore di Equitazione Integrata EQUITABILE®
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