Se il cavallo non saltava l’ostacolo veniva punito con frustate molto violente sul collo e sul muso: la LAV denuncia.
La LAV sporgerà denuncia per il brutale maltrattamento a danno di un cavallo impiegato durante una lezione di salto a ostacoli in un maneggio di Capalbio (Grosseto), segnalato in un servizio TV di Edoardo Stoppa, a Striscia la notizia. Il servizio TV è stato trasmesso martedì 7 marzo.
L’animale evitava l’ostacolo disarcionando l’allieva che lo montava, e subito dopo veniva frustato sul collo e sul muso con ben 13 colpi inferti con grande violenza, mentre l’istruttrice esortava la ragazzina a punire il cavallo, gridando ad ogni colpo “giusto!”.
Intervistata da Stoppa, l’istruttrice cercava prima di giustificare quel comportamento addossando la colpa al cavallo, che a suo dire avrebbe avuto l’intenzione di far deliberatamente del male all’allieva, e in seguito, ha ammesso di adottare quel sistema di punizione fisica, anche se non sempre. Pure il padre dell’istruttrice, intervenuto per scacciare la troupe, dichiarava davanti alle telecamere che è “giusta” quella condotta perché “fanno scuola”.
“Casi come questo, che fortunatamente qualche volta vengono a galla, fanno luce su abitudini assai diffuse nel mondo equestre, molto più di quanto si possa immaginare – dichiara Nadia Zurlo, responsabile Area Equidi della LAV – La gente non conosce a quali pratiche siano sottoposti i cavalli utilizzati nella varie discipline equestri, perché si ha l’idea che l’atto del montare sulla schiena di questi animali sia naturale, e anzi, sia la conseguenza di una forte relazione e di un rapporto di fiducia tra essere umano e cavallo."
"Invece è ora che si alzi quel velo che nasconde da sempre una realtà ben diversa, nonostante una facciata sempre molto accattivante, dove si finge che il protagonista, amato e rispettato, sia il cavallo."
"Eppure questo cosiddetto sport consente l’uso di imboccature, speroni, frustini, finimenti coercitivi e dolorosi; i maneggi e le varie scuole sono spesso zone franche, dove i regolamenti degli enti e delle federazioni sportive nulla o troppo poco possono contro abusi e percosse."
"Per non parlare dei metodi di addestramento utilizzati sui poveri cavalli, che diventano corpi pronti all’obbedienza, ma senza più anima e senza più la capacità di prendere decisioni autonome."
"E quando, come nel caso del cavallo di Capalbio, l’animale ha il coraggio di dire “no” e rifiuta di fare quanto richiesto, viene punito con incredibile violenza. È triste e orribile pensare che l’allieva, una ragazzina, abbia commesso un gesto simile, ma che soprattutto sia considerato come giusto e normale in quel mondo di “amanti dei cavalli”.
L’istruttrice ha promesso a Edoardo Stoppa che non picchierà più i cavalli. Purtroppo per lei questo non ci basterà: la LAV denuncerà attraverso il loro Ufficio Legale affinché sia valutata la sua posizione e la sua eventuale responsabilità penale.
A nome di tutti i cavalli giornalmente abusati, deprivati, percossi, umiliati e sacrificati per uno “sport”.
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