Il Barefoot horse, informazioni, opinioni e discussioni su un tema interessante e di grande attualità.
OGGETTO | Invito alla lettura: “Lo zoccolo e la ferratura“ |
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Autore | Alex |
Data | 07/12/2008 08:14:43 |
Messaggio | Per inaugurare questa sezione, vi propongo di leggere con attenzione un articolo che conosco da parecchio tempo e che ho ritrovato qui, a firma del dott. Simone Ferrian, che risponde in questo sito come esperto sulla mascalcia: “Lo zoccolo e la ferratura“: http://www.ilportaledelcavallo.it/archivio_storico/dicembre2002/zoccolo_e_ferratura.asp Potrà sembrare eccentrico che io inauguri una sezione sul cavallo scalzo citando, per primo, un articolo che parla della ferratura, ma mi pare il miglior modo per presentare l`atteggiamento che vorrei tenere in questa sezione: un atteggiamento che tenga conto dei principi, ma tenga conto ancora di più dell`evidenza concreta, evitando ogni affermazione estrema e sospetta di “settarismo“. Sono infatti convinto che vi siano due affermazioni “estreme“ che si confrontano, entrambe sbagliate, quando si discute il tema della ferratura: da una parte, l`affermazione che qualsiasi cavallo possa svolgere qualsiasi lavoro senza alcuna protezione agli zoccoli; dall`altra, l`affermazione che nessun cavallo può svolgere alcun lavoro senza ferratura. La verità sta nel mezzo, come al solito… e questa sezione è dedicata proprio a chiarire quanti cavalli possono lavorare, ed entro che limiti, senza i ferri. Molti? Pochi? Con gli zoccoli del tutto nudi? Con protezioni alternative ai ferri? Con che accorgimenti, e con che variazioni nella gestione convenzionale, si può aumentare la percentuale di successo nell`uso del cavallo scalzo? |
Autore | alex |
Data | 11/12/2008 09:58:42 |
Messaggio | Mentre l`articolo che ho citato, a firma del dott. Ferrian, può essere la base per un`interessante discussione sul cavallo scalzo, trovo nell`enciclopedia del forum, alla voce ferratura, http://www.ilportaledelcavallo.it/enciclopedia/quando_va_ferrato.asp , dove, nella sezione “Quando il cavallo va ferrato“, leggo: “Possiamo affermare che un cavallo, qualunque sia il lavoro che svolge, va inevitabilmente ferrato. […] La prima ferratura andrebbe effettuata poco prima dell`inizio dell`addestramento.“ Questa è un`affermazione che contrappone in modo frontale il movimento barefoot e la mascalcia tradizionale… proprio quello che vorrei evitare. |
OGGETTO | Punti di vista |
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Autore | Alex |
Data | 09/12/2008 01:07:06 |
Messaggio | Quando si confrontano opinioni e consigli sui cavalli, spesso si commette un errore: non si considera che i punti di vista sui cavalli e sul loro uso possono essere molto diversi, e che in base ai punti di vista cambiano completamente le priorità e gli obiettivi. Quando si ricerca la soluzione di un problema, occorre tener presente questi diversi punti di vista, perchè le soluzioni adatte per un cavaliere, possono essere del tutto inadatte ad un altro. Nella serie quasi infinita delle sfumature esistenti fra i punti di vista sui cavalli, mi sembra che emergano tre profili significativi; sono rari in forma “pura“, più comunemente sono in parte mescolati fra loro, e tuttavia restano riconoscibili e determinanti. Il primo, è il punto di vista dei professionisti, cioè di quelli che devono trarre profitto dai cavalli che possiedono o che assistono. Il secondo, è il punto di vista di chi ama le prestazioni dei cavalli: gli agonisti, e anche coloro che praticano per passione l`alta scuola. Il terzo, è il punto di vista di chi ritiene il rapporto con il suo cavallo una cosa importante per se stessa, a prescindere da ogni tornaconto economico, e anche dal livello delle prestazioni che il cavallo può fornire. Ripeto: questi punti di vista non si escludono a vicenda, ma vi sono dei momenti in cui si impone una scelta… e la scelta, magari sofferta, è determinata dall`elemento dominante dell`interesse verso il cavallo. E` ragionevole pensare che la frase “La ferratura è un male necessario“ assuma un significato diverso per i tre gruppi. Il primo e il secondo gruppo tenderanno ad attribuire a quel “necessario“ un certo significato (in termini di profitto o di prestazioni), il terzo gruppo invece si pone una serie di problemi: Perchè il ferro è un male? E se è un male, è necessario per far cosa? E cosa potrei fare comunque con il mio cavallo, evitando di sottoporlo a questo male? Ci sono cavalieri che usano il cavallo senza ferri? E cosa fanno con il loro cavallo? Non meraviglia, quindi, che il movimento internazionale per il cavallo scalzo – il Barefoot movement – si sia innanzitutto diffuso per passaparola fra i cavalieri del terzo gruppo; talora semplicemente per evitare quel “male necessario“, molto spesso perchè alle prese con cavalli zoppi, ai quali volevano comunque assicurare una vita dignitosa, semplicemente perchè era “il loro cavallo“. Il passaparola – velocissomo, su scala mondiale, grazie a Internet – ha anche permesso di avere notizia dell`attività di alcuni pionieri della ricerca sull`uso del cavallo scalzo e sulle possibilità di riabilitazione dopo sferratura; ed il movimento si è organizzato ed ha permesso a quei pionieri di operare e di organizzare vere e proprie “scuole“ e associazioni professionali, per offrire a chi lo desidera l`assistenza tecnica necessaria. In questo momento, il movimento è in pieno sviluppo. |
Autore | ais |
Data | 10/12/2008 20:27:04 |
Messaggio | manca un punto di vista penso quello del cavallo:-p cmq da sempre sono affascinata da quello che è etologia ein teoria è tutto bellissimo…ma in pratica forse perke ho conosciuto etologi non seri o altro…mi sono smepre trovata a riscontrare come etologia = bella sui libri.l`ultima avventura e avvenuta propio sul fatto di mettere il mio cavallo a riposo sferrato in un paddock in branco creato daun etologa apposta per i cavalli scalzi(premetto che il mio cavallo a passato buona un numero di anni con qualche interruzione sferrato e prima di questa avventura era stato ferrato solo 2 mesi prima era rimasto sferrato per anni) ma quando dopo 3 mesi ho visgo il mio cavallo sofferente e ridotto pelle e ossa..l`ho riportato in scuderia e gli ho fatto mettere su i suoi ferri…il cavallo ha cambiato aspetto nonostante il maniscalco non sapesse dove inkiodare visto l`assenza di piede. Se devo far patire un anno il mio cavallo per farlo camminare sui sassi …preferisco mettergli sui ferri…questo e stata la mia esperienza |
Autore | alex |
Data | 11/12/2008 09:18:32 |
Messaggio | Innanzitutto: GRAZIE per aver aver partecipato a questa discussione! E` il primo intervento che non sia stato scritto da me… cominciavo a sentirmi un po` solo. Riguardo al caso specifico, il cambiamento nella vita del cavallo è stato radicale, e da quanto dici non mi pare abbia riguardato solo la sferratura. Se il dolore ai piedi è stato così forte da mettere in crisi il cavallo e farlo deperire, mi viene da pensare che lo stato dello zoccolo fosse francamente patologico… in genere, la transizione da ferrato a sferrato comporta sensibilità e incertezza del movimento su terreni difficili, non su un pascolo. Ma mancano così tanti elementi sullo stato di salute del cavallo, sulla variazione di alimentazione, sulle eventuali difficoltà di socializzazione, ecc. ecc. che preferirei accettare la tua testimonianza così com`è – in sostanza, un invito alla prudenza e al controllo del benessere del cavallo quando si passa dalla scuderia al paddock, dalla ferratura al barefoot – piuttosto che impelagarsi in ipotesi difficili da sostenere in modo documentato. |
Autore | ais |
Data | 12/12/2008 01:42:11 |
Messaggio | Ciao, il mio cavallo ha problemi alle articolazioni dovuti ha una grossa formella in corona e ora alla frattura di 5 vertebre cmq gia saldate poi i piedi piatti e i talloni bassi…è smepre stato magro non cosi ha sempre socializzato…ha sempre vissuto almeno con un altro cavallo ha la sua eta a 23 anni ma sta bene è che forse per lui un terreno costruito appositamente per il rinforzo degli zoccoli è troppo duro non essendo sano di partenza alla ossa penso che sia un po come uno che ha la tallonite che va a correre scalzo se stai bene ti fa bene….perke su terreni normali senza usarlo si e sempre adattato denissimo stato benissimo fosse collina boschiva in branco o paddock piu normali di terra…o forse è stato troppo selezinto troppo lontano da cio che madr natura a selezioanto |
Autore | alex |
Data | 12/12/2008 19:46:52 |
Messaggio | Si, adesso capisco che ci sono dei buoni motivi perchè la cosa non sia facile. Piede piatto, talloni bassi… probabilmente qualche slargamento della muraglia … e in più su un terreno irregolare studiato apposta per “condizionare“ zoccoli già sani. L`età non è un problema, per i cavalli lo zoccolo è vitale e mantiene la capacità di adattarsi e rimodellarsi per tutta la vita. Certo, la formellona sarebbe una buona indicazione alla sferratura. Infatti, potrebbe essere avvenuta la cosiddetta “dislocazione distale del triangolare“: un bell`articolo che ne parla è quello di Ramey, “Invertire la dislocazione distale del triangolare“, http://www.alexbrollo.com/ramey/sinking.html, ma è un po` complicato. Il consiglio: sentire ancora qualche persona che abbia avuto problemi simili, cercare aiuto dalle tue parti… nel forum http://barefooters.forumup.it ci sono persone un po` di tutt`Italia, forse potresti trovare qualcuno vicino. |
Autore | alex |
Data | 12/12/2008 20:06:27 |
Messaggio | … non ho notato una cosa importante: tu sei un esempio chiarissimo del “terzo punto di vista“… ti occupi del benessere di un cavallo che non ti darà certo nè alcun tornaconto economico, nè particolari prestazioni… il movimento barefoot, all`inizio, è stato sostenuto proprio da persone con questo tipo di rapporto con il cavallo. Adesso, dopo anni di perfezionamenti, anche chi ricerca le alte prestazioni comincia a interessarsene, soprattutto se desidera che le prestazioni restino alte per molti anni, e non è disponibile comunque a ottenere elevate prestazioni “a tutti i costi“, da cavalli troppo giovani. |
Autore | TLB |
Data | 24/12/2008 17:56:48 |
Messaggio | Il Tam Tam via internet mi ha raggiunto. Ho riflettuto, mi sono documentato, ho verificato che le condizioni in cui vive si prestavano ad una ricrescita costruttiva dello zoccolo ed ho voluto provarci. Accompagno il mio cavallo in questa avventura da quattro mesi, e devo dire che stiamo avendo buone soddisfazioni. Per adesso nessun problema, anzi, immaginavo il periodo di transizione, più duro, per entrambi, invece stiamo verificando che, senza pretendere troppo e dando tempo al tempo, continuiamo ad uscire insieme senza problemi. Tutto sommato quindi, una bella avventura. |
Autore | alex |
Data | 27/12/2008 07:45:28 |
Messaggio | Grazie TML della testimonianza. Se e quando questa sezione “prenderà il volo“, e soprattutto – lancio un invito alla Redazione – quando il forum potesse essere arricchito di qualche foto, sarebbe bello approfondire un po` la tua esperienza. Ma vorrei sottolineare una frase chiave di quello che hai detto, e che è di importanza capitale: “senza pretendere troppo“. E` la cosa più importante per avere successo con il cavallo scalzo: ed è qualcosa che non riguarda affatto il cavallo, ma il cavaliere. E` stato detto che “il barefoot va bene per tutti i cavalli, ma non per tutti i cavalieri“. Infatti è vero: va bene solo per i cavalieri che sanno capire quando stanno “chiedendo troppo“ (e per questo bisogna coltivare competenza) e che accettano l`idea di mantenersi sotto i limiti delle possibilità del cavallo in quel determinato momento (e per questo devono avere una mentalità particolare; devono appartenere al terzo dei tre “gruppi“ che ho elencato, ossia devono mettere il benessere del cavallo al primo posto, e accettare qualche limitazione, in genere temporanea. |
OGGETTO | Pionieri del barefoot horse |
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Autore | alex |
Data | 27/12/2008 08:18:02 |
Messaggio | Chi frequenta Internet oggigiorno trova talmente tanti siti, blog, forum sul cavallo scalzo da avere qualche difficoltà a ricostruire come il movimento è nato e chi sono stati i primi sperimentatori e divulgatori. In questo topic ne citerò qualcuno: la dott. Hiltrud Strasser, veterinaria tedesca; Jaime Jackson, maniscalco americano; Marjorie Smith, semplice proprietaria di un paio di cavalli, ma straordinaria e umanissima divulgatrice. Ma prima ancora vorrei ricordare due italiani che hanno “scoperto“ il cavallo scalzo ben prima che il movimento barefoot diventasse tale (fine anni `90 – primi anni del 2000); e al giorno d`oggi la loro esperienza pionieristica ha un particolare valore, perchè possono testimoniare degli effetti a lunga scadenza dell`uso del cavallo scalzo. Si tratta di due persone che hanno pubblicato il loro nome sul web, e che quindi possono essere citate; ho notizia di altri, di cui però non ho trovato documenti pubblicati. Le persone a cui mi riferisco sono il prof. Carlo Faillace: http://www.proequoweb.com e Alberto Barozzi, http://www.albertobarozzi.it . Rimando ai loro siti chiunque sia interessato; nei prossimi post vi presenterò invece i pionieri “ufficiali“, a partire dalla dott. Strasser. |
OGGETTO | Buon 2009! |
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Autore | alex |
Data | 01/01/2009 01:11:47 |
Messaggio | Auguri a tutti! Sferrati… e ferrati… meglio se ferrati in matematica o in entomologia! 😉 |
Autore | TLB |
Data | 01/01/2009 23:18:55 |
Messaggio | AUGURI anche a te, a tutti gli amici che ci leggono, ed a questa sezione del forum, che sarà sicuramente destinata a crescere, magari lentamente ma inesorabilmente, assieme alle persone che, come noi, hanno a cuore il benessere dei nostri amici equini, che non ci negano MAI nulla. |
Autore | alex |
Data | 12/01/2009 17:03:40 |
Messaggio | Grazie degli auguri ricambiati. Per quanto riguarda la crescita di questa sezione, che sia lenta quanto vuole… l`importante è che cresca rapidamente la competenza di ciascun proprietario nel valutare lo stato di salute fisica e mentale dell`equino di cui si prende cura, e la capacità di scegliere il meglio, qualsiasi cosa sia questo “meglio“. |
Autore | TLB |
Data | 14/01/2009 11:37:55 |
Messaggio | A proposito di migliorie, mi piacerebbe approfondire il capitolo:ALIMENTAZIONE. Ho letto diverse opinioni al riguardo del fioccato, che, pensavo fosse una delle soluzioni più valide, o comunque preferibile di gran lunga al pellettato, nel quale risulta difficile identificarne il vero contenuto, ma ho riscontrato che anche questo (che attalmente consuma il mio Amico) se non è Freschissimo, perde tutte le componenti nutritive rimanendo una cibaria che riempie senza nutrire. Sarebbe il caso di passare alle granaglie crude ed intere, che come ho letto oltre a contenere la giusta carica nutritiva, stimolano la masticazione, la salivazione e di conseguenza la digestione ecc. ecc. la mia domanda è la segente, quali tipi di semi esattamente, e questi con del buon fieno, possono bastare per una alimentazione completa? Considerando che il mio Amico mi accompagna in piacevolissime passeggiate nei boschi, niente di più e purtroppo solo di domenica. Scusandomi di avere iniziato un argomento, probabilmente nella sezione sbagliata, ( non ho visto dove dare inizio ad un nuovo argomento). Cioa. |
OGGETTO | prato |
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Autore | chocolate |
Data | 28/01/2009 23:38:37 |
Messaggio | Ciao alex, posso darti del tu? sto cercando un prato, almeno un paddock di dimensioni decenti con altri cavalli, dove i cavalli siano seguiti ma non assilati, per il mio vecchio, che nonostante lui non voglia, penso che sia ora di dargli la meritata pensione il dolce far nulla. Hai per caso qualche nome da darmi o indirizzo da darmi? Tutto i prati che ho trovato o costano come un maneggio(che è assurdo) o sono dei lagher, piuttosto sta dove sta. Grazie mille per l`attenzione e buona serata |
Autore | alex |
Data | 04/02/2009 01:11:38 |
Messaggio | Posso dartelo…. ma forse è meglio per mail: alex punto brollo chiocciola gmail punto com (la scrivo così nel patetico tentativo di evitare gli spammer 😉 ) |