Scopriamo le origini, le caratteristiche e le attitudini di una particolare razza equina. Oggi pariliamo del Cavallo Murgese.
Benché l'istituzione della razza sia avvenuta formalmente soltanto a metà degli anni venti del XX secolo, le origini del Murgese si perdono nella notte dei tempi. Quanto accaduto prima del riconoscimento ufficiale della razza ci pone davanti a questioni complesse ma che certamente ci consentono di cogliere l'importanza di questo cavallo a partire dal legame viscerale che esso mantiene con la sua terra di origine e di appartenenza, ovvero il territorio delle Murge da cui la razza prende il nome.
LUOGO DI ORIGINE:
ITALIA (Regione Puglia, zona delle Murge, provincie di Taranto, Bari e Brindisi)
ATTITUDINI:
Equitazione da campagna, dressage ed attacchi, tiro medio-leggero e lavoro dei campi
POPOLAZIONE:
Cavallo di interesse nazionale.
ALTEZZA AL GARRESE:
Maschi: min 155 – max 168
Femmine: min 150 – max 162
MANTELLO:
E' morello, ammesso il roano.
CARATTERISTICHE:
Cavallo molto rustico, frugale, idoneo allo sfruttamento di aree marginali, ha un temperamento equilibrato e vivace.
STANDARD DI RAZZA:
Testa a profilo piano o leggermente montonino, non troppo pesante, fronte larga con grande ciuffo, orecchie regolari, occhi grandi ed espressivi, narici ampie e mobili. Il collo è muscoloso, ben portato e bene attaccato, con abbondante criniera, la spalla è giustamente inclinata e muscolosa, il garrese di buona conformazione e ben attaccato alla spalla e dorso orizzzontale e ben sostenuto. I lombi sono ,corti e muscolosi, ha la groppa proporzionata e muscolosa, di giusta inclinazione, il petto largo e muscoloso e il torace ben sviluppato. Gli arti sono solidi con avambraccio mediamente lungo, di giusta lunghezza ed inclinazione, le articolazioni sono ampie e spesse, le andature sono sciolte, il passo sicuro e il trotto cadenzato, gli appiombi sono regolari e il piede ben diretto con unghia compatta e nera. Lo Standard è stato definito da appositi Gruppi di Lavoro; sono stati effettuati i riscontri di campo e sono successivamente intervenute delibere di approvazione da parte della Commissione Tecnica Centrale.
DIFETTI CHE COMPORTANO L'ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
mantello maltinto o rabicanato o con focature. Macchie bianche alla testa o agli arti. Profilo camuso; gravi tare che pregiudicano la funzionalità o che danno luogo a eredo-predisposizioni. Unghia bianca.
DATI STORICI:
Allevato nelle Murge fin dai tempi antichissimi, trae le sue origini in epoca di dominazione Spagnola con l'importazione di stalloni di razza Araba, Berbera ed Andalusa. Ma la vera storia del cavallo Murgese è dovuta alla Contea dei Conversano, famiglia di nobili lungimiranti ed abilissimi nella scelta di equini da importare ed attenti nella selezione finalizzata alle necessità dei tempi ed alle caratteristiche dei luoghi.
Infatti, anche per questa razza, per secoli rimasta praticamente isolata, il luogo di vita è elemento fondamentale di caratterizzazione tanto da imprimerele un fenotipo ben determinato. Fu per primo Michele De Mauro, veterinario presso il Regio Deposito Stalloni di Foggia in S. Maria Capua Vetere, a segnalare, nel 1925, la presenza nella sub-regione murgiana di "un tipo cavallino mesomorfo a larghi diametri trasversali, di mantello morello zaino, di buona taglia, ben rinsanguato" il quale presentava "tale fissità di caratteri da meritare di essere contraddistinto col nome di cavallo delle Murge". Le Murge e le Puglie tutte, con la loro millenaria vocazione all'allevamento semibrado degli equini vedono nel Cavallo Murgese la loro più autentica espressione vivente nonché la testimonianza di un passato prestigioso in campo ippotecnico.
Ci riferiamo ai lunghi millenni in cui l'ippologia è stata per necessità parte essenziale dell'arte bellica e della buona tenuta di imperi, regni, principati, città-stato, comuni, ecc.. Non è un caso che, secondo alcune ricerche svolte a partire dagli anni settanta del secolo scorso dallo studioso Mauro Aurigi, nobili e regnanti europei di tutte le epoche abbiano lasciato traccia indelebile del loro interesse all'impiego in guerra – ma non solo – di destrieri e corsieri allevati in maniera mirata proprio nelle attuali Murge (si pensi alle colline di terra scura frazionate tramite muretti a secco, alle rocce calcaree affioranti, a boschi di querce e tratti di macchia mediterranea sprovvisti di risorse idriche naturali, il tutto in condizioni climatiche estreme sia in inverno sia in estate).
Tra coloro i quali hanno fatto delle Murge il luogo geografico di una ippicoltura d'eccellenza spiccano i nomi di Alessandro Magno, di Annibale, di Federico II di Svevia, della Serenissima di Venezia; e considerata l'importanza del cavallo nelle società e nelle culture preindustriali appare evidente come le qualità degli equini (non solo cavalli) allevati nelle Murge fossero peculiari in termini di rusticità, solidità e resistenza e fossero frutto principalmente delle eccezionali condizioni fitoclimatiche e pedoclimatiche delle Murge e della loro predisposizione al semibradismo, fondamentale per temprare puledri anche fino ai cinque anni di età.
Tutte queste caratteristiche si ritrovano nell'attuale razza Murgese: la durezza dello zoccolo, la robustezza degli arti, la solidità del tronco, la sicurezza del passo e anche la lampante bellezza che ne fanno un cavallo adatto ad ogni tipo di impiego: nell'equitazione da diporto, nelle discipline agonistiche, negli attacchi sportivi ed eleganti, ma anche come cavalcature a servizio di speciali squadre a cavallo come, ad esempio, quelle del Corpo Forestale dello Stato.
A ciò si aggiunge la documentata "napolitanità" della razza Murgese, ossia la sua discendenza da ceppi genealogici di grande pregio ippotecnico come quelli di alcune antiche razze nobiliari del Regno di Napoli – in particolare quella degli Acquaviva d'Aragona, Conti di Conversano e Duchi di Noci, e quella dei Caracciolo, Duchi di Martina Franca – che per evidenti ragioni di atavismo consente al Cavallo Murgese di ben figurare negli esercizi e nelle gare dell'alta scuola e di dressage.
A ciò si aggiunge una caratteristica unica della razza: la predisposizione al lavoro degli stalloni che, a differenza di di quelli altre razze, appaiono docili e sottomessi tanto da renderne pressoché inutile la castrazione. All'origine di questa peculiarità vi è ancora una volta il prezioso retaggio del cavallo bellico italico che quasi sempre, specialmente nella tradizione del Sud della Penisola, doveva essere maschio intero (o stallone). Questa caratteristica si è consolidata e protratta fino a pochi decenni fa anche grazie all'impiego nelle Murge di cavalli maschi rigorosamente interi, sia nel settore dei trasporti sia in quello dell'agricoltura.
Per via della selezione impostata quasi totalmente sull'accoppiamento entro razza, nonché per le origini da considerarsi autoctone dei primi nuclei di fattrici impiegati durante le fasi iniziali della selezione, la razza cavallina autoctona delle Murge non conosce pari in termini di italianità. Per queste ragioni, ormai da alcuni anni, si lavora su più fronti per conferire al Murgese il titolo di Cavallo della Repubblica Italiana, sulla linea di quanto già accaduto alla pregiata razza Andalusa che ormai si fregia del titolo di Pura Raza Espaniola (P.R.E.).
Oggi il Murgese, dopo un suo forse eccessivo appesantimento e innalzamento, registrato in particolare nei decenni 1960-1970, sta tornando attraverso alcuni ceppi alla sua tipicità, cioè quella delle sue origini (1925-1930). La produzione attuale infatti mostra una razza che, sebbene dotata di un sano polimorfismo – che bene rispecchia i tre modelli del cavallo rinascimentale (il ginetto, il cavallo da armare e il cavallo da due selle) – con grande soddisfazione degli allevatori e dei cultori della razza, ostenta una sempre maggiore presenza di cavalli compatti, gentili, nevrili, forti, resistenti, agili e armoniosi.
www.assregcavallomurgese.it
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