Associazioni: In 6 anni almeno oltre 12 fughe di animali dai circhi. Governo e Parlamento approvino la legge sui circhi senza animali.
Sono trascorsi appena due anni dall’anniversario della morte di Aleksandre, la giraffa morta a Imola dopo la fuga dal circo di Aldo Martini, ma di nuovo le pagine dei quotidiani riportano l’ennesima tragedia la cui vittima è un animale del circo.
La sera del 28 dicembre scorso Aisha, l’ippopotamo detenuto dal circo Miranda Orfei, è uscita dal suo recinto e dall’area in cui si trova attendato il circo, per poi morire travolta da un’auto. Le indagini sono ancora in corso e non si hanno notizie precise di quanto sia realmente accaduto, ma i circensi si affrettano ad incolpare un fantomatico “blitz animalista”.
“Siamo certi che le indagini delle autorità faranno luce su quanto sia veramente successo – dichiarano le associazioni – fino ad allora questa tragedia deve farci riflettere su quanto siano precarie le condizioni, sia di detenzione che di sicurezza, in cui vengono detenuti moltissimi degli animali nei circhi, animali che – lo sottolineiamo – in larga parte appartengono all’elenco delle specie definite pericolose per la salute e l’incolumità pubblica.”
Questo non è infatti il primo caso di fuga di un animale da un circo, solo negli ultimi sei anni sono infatti almeno 12 le fughe di animali in Italia. Elefanti, in molti casi, ma anche camelidi, ippopotami e in almeno due occasioni persino tigri. Sono numeri così elevati da far risaltare in modo evidente quanto siano potenzialmente carenti le misure di sicurezza adottate dai circhi.
Ma che ci siano delle carenze nella gestione degli animali presso i circhi è un fatto che, sfortunatamente, non stupisce. Da tempo ormai le associazioni denunciano la precarietà delle condizioni di vita degli animali presso queste strutture, assolutamente non idonee a garantire il soddisfacimento dei loro bisogni etologici e sempre più spesso i Tribunali sembrano riconoscerlo.
E il Tribunale di Como lo ha riconosciuto anche per il circo Miranda Orfei, condannato nel 2013 per la violazione dell’articolo 727 del Codice penale per le condizioni di detenzione degli animali, giudicate incompatibili con la loro natura. Gli animali, tra cui anche un ippopotamo, al tempo della denuncia erano infatti tenuti al freddo, in mezzo alla neve. Cosa può esserci di più lontano dalla loro natura?
Le associazioni richiedono la discussione immediata. “Stiamo assistendo, in Europa e nel mondo, al progressivo smantellamento del consenso verso i circhi con animali, forti di motivazioni etiche e scientifiche che evidenziano l’incompatibilità dei bisogni etologici primari di questi animali con la prigionia imposta dai circhi, la vita itinerante, e l’addestramento a fini ludici. – sottolineano le associazioni – Chiediamo che anche il Governo e il Parlamento italiano dicano basta al circo con animali riprendendo in mano la proposta di legge da troppo tempo ignorata”.
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