Dal 21 al 25 Aprile il Forum di Assago(MI) è stato teatro di una delle più emozionanti finali di Coppa del Mondo. Le premesse per una gara di altissimo livello c’erano già in partenza ma nessuno avrebbe scommesso sulla vittoria di Bruno Brocqsault e del suo piccolo cavallino, Dileme de Chephe, che cresciuti insieme agonisticamente arrivano a vincere la Fei Word Cup.
Fei Word Cup vede alla partenza 42 tra i migliori binomi al mondo e quando tra questi ci sono il campione uscente Marcus Ehining con Anka, Rodrigo Pessoa con Baloubet du Rouet e Markus Fuchs con Tinka's Boy dimenticarsi di inserire tra i favoriti Bruno Brocqsault è un "errore" quasi naturale.
Noi qui non vogliamo raccontarvi per intero come è andata la finale, non vogliamo parlarvi del nostro bravissimo Juan Carlos Garcia che con Albin centra un risultato storico, con il sesto posto finale ,infiammando gli animi del Forum, non vogliamo ricordarvi di Meredith Michaels-Beerbaum e di Shutterfly, castrone tedesco dal gesto straordinariamente potente che sembrava volare su di ogni salto, vi parleremo di Dileme e Bruno che con la loro simpatia e normalità sono riusciti a farci sognare tutti ed a farci dimenticare quella vittoria sottratta al nostro Gianni Govoni nel Gran Premio Roma di Piazza di Siena dello scorso anno.
Potremmo cominciare dicendo che la storia di Bruno è come quella di tanti appassionati, una storia comune e normale ma alla luce di quello che è accaduto la sua più che una storia è il sogno di un sognatore diventato realtà.
Il cavaliere francese è piccolo di statura ha un sorriso gentile non parla molte lingue e durante la conferenza stampa ,dopo la straordinaria vittoria, sorride ai giornalisti nell'attesa che gli venga tradotto il tutto in francese; all'apparenza è schivo e poco abituato alle attenzioni dei media. Il suo ambiente naturale è tra i cavalli non tra flash e domande. La sua non è scortesia ma estrema riservatezza, estrema semplicità e modestia.
Il bello è che su questo fuoriclasse francese si sa poco, si è scritto poco e quasi a voler punire la nostra mancata attenzione ecco che il fato nel bel mezzo della conferenza stampa lo fa scappare via come una Cenerentola, senza potergli domandare molto perché deve prendere un aereo che lo riporterà alla sua vita normale di tutti i giorni fatta di duro lavoro.
Eppure sembra strano che nessuno avesse notato nei tre giorni di gara quale magia ci regalasse in campo questo binomio, Bruno con il suo assetto personale sempre nel movimento leggero e in avanti che ricorda campioni di altri tempi e Dileme de Cephe castrone baio di tredici anni che su quei salti sembrava arrampicarsi, accorciarsi, allungarsi.
È questa la loro magia ed anche lo spettatore meno esperto se ne rende conto, cavallo e cavaliere lottano insieme per un unico scopo:la vittoria. Se in tre giorni per loro non cade una barriera non è per fortuna ma per la voglia di vincere, per il grande cuore di Dileme che piuttosto che sbagliare fa scomparire i posteriori sotto di se ascoltando i consigli del suo amico a due gambe.
È vero Bruno Brocqsault è tornato in Francia ma ci ha lasciato una bella intervista che risale al sabato giorno prima della vittoria.
Incontriamo il transalpino nelle scuderie e riusciamo a farci seguire fino alla tribuna dei cavalieri ,passando per gli stand, dove ad attenderci c'è il cavaliere azzurro Mario Verheyden in veste di traduttore simultaneo.
Malgrado la tua vittoria nel Gran Premio Roma si sa ancora poco di te. Quale è la tua storia?
" Ho 45 anni e vado a cavallo da molto tempo ma non ad altissimo livello. La mia era una famiglia di operai, molto semplice con nove figli da mandare avanti. Adesso ho un centro ippico a Lille nel nord della Francia dove ho sempre lavorato molto, fin dagli inizi."
Che tipo di centro è il tuo ?
"Il mio è un normale maneggio a conduzione familiare, ho i miei cavalli, alcuni cavalli a pensione e i miei allievi. Ogni tanto faccio degli stage ma sempre nella zona"
Che cosa significa per te essere qui alla finale della Coppa del Mondo?
"Per me questa è una vetrina importante, posso dimostrare a me stesso e agli altri che non importa da dove vieni e quali siano le tue origini ma se si lotta e si crede in quello che si fa alla fine è possibile arrivare."
E la tua famiglia?
" Ho due figlie Margaux e Pauline di sette e cinque anni che montano i pony. Mia moglie è stata campionessa di Francia in terza e quarta categoria (120/130 cm.) ;gestisce il maneggio quando io sono fuori e mi raggiunge solo in queste occasioni: da ieri è qui (venerdì ndr)."
Abbiamo parlato di te ora parliamo di Dileme.
"Dileme è un cavallo molto caratteriale e sensibile che va rispettato ed ascoltato. In scuderia conosce molto bene me ed il suo groom che spesso la mattina lo passeggia montato o lo lavora alla corda. Il pomeriggio lo monto sempre io. Quando serve ,anche in relazione agli impegni agonistici che deve affrontare,lo monto io due volte nella giornata."
Quali sono le tue altre passioni, chi e Bruno Brocqsault nella vita di tutti i giorni?
"Mi ritengo fortunato perché il lavoro è la mia più grande passione. Lavoro sette giorni su sette e non ho tempo per molte altre cose. Se posso cerco sempre di aiutare il prossimo perché la vita è come una ruota che gira e non si sa mai cosa può accadere :se qualcuno mi chiede aiuto non mi tiro indietro, un giorno potrei averne bisogno io. "
Da quanto tempo hai Dileme?
"Io montavo il padre di questo cavallo,Starky d'Anchin, ma purtroppo a nove anni mi muore di colica. Comincio ad andare in giro per la Francia per cercare dei puledri, poi un giorno, viene da me una signora che mi vuole vendere un puledrino di tre anni figlio di Starky. Lo compro, quel cavallino di tre anni era Dileme de Cephe. Siamo cresciuti insieme senza mai bruciare le tappe."
Che consigli daresti a chi vuole "costruirsi"un cavallo giovane?
"Non bisogna mai avere fretta, il cavallo deve sempre essere sereno, la sua salute fisica è importante ma quella mentale ancora di più. Se un cavallo salta con difficoltà non bisogna premere sull'acceleratore. Per addestrare bene un cavallo ci vuole tanta pazienza ed è fondamentale essere seguiti da un buon tecnico, in tal senso devo molto ad Eric Navet.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
"Sono solo tre anni che sono tornato a fare le gare ad alto livello certo se domani vincessi sarebbe meraviglioso. Quando vengo in Italia, poi , il clima è eccezionale, adoro il pubblico italiano. Gli spettatori mi incoraggiano e questo mi aiuta molto e sono contento ,quando mi riesce, di ricambiarli con un bello spettacolo."
Chi era lì ,seduto su quei seggiolini rossi, non ha visto solo uno spettacolo ma qualcosa in più che non è semplice descrivere a parole. Meredith Michaels_Beerbaum e Markus Fuchs potevano fare ben poco quello era il momento di Bruno e Dileme, della loro gioia manifesta dopo ogni percorso, del loro sogno diventato realtà davanti ai nostri occhi ed è questa la loro forza: il binomio francese ci porta ai tempi di Milton e John Whitaker, ai tempi di Pierre Durand e Jappeloup rappresentando i sogni di ognuno di noi. Quindi non ce ne vogliano i lettori se per questa volta saremo di parte(dalla parte di quella equitazione preziosa e rara) e non parleremo dei nostri colori e non accenneremo nulla del bravo Andrea Heroldt e della sua ottima prestazione nel Gp dello Csi perché questo è il momento di sognare tutti insieme a Bruno Brocqsault e al suo cavallino che riescono a farci dimenticare nazionalità e tutto il resto.
Quando un giornalista ha chiesto a Bruno che cosa sarebbe cambiato dopo una vittoria di tale importanza ha risposto semplicemente: "Niente rimarrò sempre le petite Bruno".
Questa è la modestia di un vero campione.
FILIPPO MARIA GRISPINI
Cavallo e natura
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