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Amarone Doc, con il cavallo

Non attaccamento alle tradizioni, ma studi, ricerche e riscoperta dei vantaggi nell´uso del cavallo per la coltivazione delle vigne, in una filosofia proiettata nel futuro per la conservazione di un sistema pianeta in forte pericolo

Più che un produttore è stato definito un “mistico del vino”. Occorre inerpicarsi su per una stradina sterrata tra muri a secco, su un terreno sassoso e inondato dal sole, fino alle prime alture dei Lessini, nella Valpolicella, per raggiungere l’antica corte quattrocentesca detta Marega, nel comune di Fumane (VR), dove ha sede l’azienda viti-vinicola Monte dei Ragni di proprietà di Zeno Ziglioli.

Un tipo strano, dicono alcuni, ma forse ad essere strani sono “gli altri”. Qui tutto parla di semplicità e determinazione, di scelte di vita. E non a caso in questo discorso si inserisce la preziosa collaborazione del suo Lillo, un TPR di 4 anni con il quale Zeno divide lavoro, sudore, complicità e soddisfazioni: insomma un pensiero che punta alla qualità, sia di vita che di produzione.

Abbiamo chiesto a Zeno il perché della sua decisione di lavorare il terreno affidandosi alla trazione animale.
“Se voi andate in qualsiasi parte del mondo e vedete un vigneto che produce uva per grandi vini, scoprirete che in mezzo c’è un cavallo. L’uso del trattore compatta il terreno e non permette alle radici delle piante di andare dove hanno bisogno di andare, cosa che con il cavallo non avviene. Rimane il deficit della monocoltura ma chi arriva a fare questi ragionamenti ovvia anche a questo: semina tra i filari di viti erbe, graminacee o prodotti orticoli che servono in qualche modo a sopperire allo squilibrio portato dalla monocoltura viticola e questo è possibile solo con l’uso del cavallo. La chiamano biodiversità … ma è un parolone che si sono inventati per dare più rilevanza ad una necessità concreta di salvaguardia del territorio e della qualità della vita della vigna. E’ semplicemente parte integrante di un modo di essere. La natura è biodiversità e se si rispetta la natura si favorisce la biodiversità”.


E’ da tanto tempo che ha deciso di avvalersi del lavoro di un cavallo?
“No, ma rimpiango di non averlo fatto prima. Per me il cavallo è stato un sogno che ho coltivato per tanti anni e pian piano ho creato una situazione adatta per ottenere con il cavallo quello che mi ero prefissato. Volete mettere … Non c’è migliore sensazione di quella che si prova andando a lavorare nei campi con un amico. C’è un rapporto, al cavallo parli, ti ascolta, si ferma e aspetta che gli dici da che parte deve andare. Sono valori, emozioni che nulla può ripagare. Io da quando uso il cavallo sono quasi rinato. Vado a lavorare la mattina col fresco, poi mi fermo durante le ore calde della giornata, riposo io, riposa il mio cavallo, e riprendo a lavorare nel tardo pomeriggio. E’ la più bella vita del mondo. Con il trattore ci sali alle 8 di mattina e scendi alle 7 di sera. Diventi schiavo della macchina. Certo con il trattore fai da solo 10 ettari di vigna, con il cavallo ne fai 2,5. Poi la produzione per ettaro potrebbe essere anche uguale, solo che chi fa queste scelte lo fa per ottenere un prodotto di qualità, che, come fondamento, è fatto di una produzione minore”.


E in fatto di produzione, quanto incide il minore raccolto con l’obiettivo economico?
“Ci sono due studi fatti dall’università della Pennsylvania dai quali risulta inequivocabilmente quanto sia più economico lavorare la terra senza trattori. L’uomo ha solo questa terra, non ne ha un’altra e ne è responsabile. Non può usare questa comportandosi da sciocco e producendo rifiuti per poi usare la prossima in maniera intelligente per vivere bene. E’ semplice: con il cavallo si fa il vino migliore. Basta assaggiare i miei, vini autentici che parlano la lingua schietta del territorio, una vera spremuta della mia terra: l’Amarone, il Valpolicella Classico, il Valpolicella Ripasso, il Recioto, tutti doc, tutti frutto del lavoro mio e del mio Lillo”.

Per informazioni sui vini del “Monta dei Ragni” www.montedeiragni.it


 

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Autore: Elvezia Ferrari
Pubblicato sul n.3/2011 di Carrozze&Cavalli


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