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27 Luglio 2024

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Le categorie hunter: la scienza ci dice perché.

C’è un collegamento tra quello che vediamo e quello che faremo.
Se guardiamo i percorsi delle amazzoni americane alla sera, il mattino dopo monteremo come loro? Forse…

La scoperta è di qualche anno fa e ha un’importanza tale da poter rivoluzionare le teorie sull’apprendimento umano. Giacomo Rizzolatti, insieme con il suo staff dell’Università di Parma, osservando prima il comportamento di alcuni primati e poi ripetendo le osservazioni sull’uomo ha scoperto i neuroni a specchio. Si tratta di particolari neuroni che hanno la proprietà di eccitarsi sia quando compiamo un’azione sia quando vediamo la stessa azione compiuta da qualcun altro. In qualche maniera, questi neuroni riescono a mettere insieme la parte esecutiva con la visione, permettendoci di introiettare, far entrare dentro di noi, quello che fanno gli altri.

 

Vedendo gli altri, ripetiamo, copiamo, dentro il nostro sistema nervoso ciò che fa l’altro e finiamo per assimilarlo. È un meccanismo arcaico presente in molti animali e anche in noi. I meccanismi di ordine cognitivo superiore, si integrano con questo ma successivamente. Apprendiamo principalmente e in prima battuta attraverso l’imitazione, simulando le azioni osservate. La conoscenza scientifica e oggettiva è molto importante ma successiva.

 

A conferma di tutto ciò, c’è la scoperta di qualche mese fa di Alice Mado Proverbio, ricercatrice all’Università della Bicocca di Milano. Secondo le sue osservazioni, vi è un maggior coinvolgimento guardando immagini dinamiche rispetto a quelle statiche: ci si prepara dal punto di vista sia fisiologico sia nervoso a compiere un’azione semplicemente guardando i nostri simili. Questo spiega perché per noi è così interessante vedere una partita di calcio o una gara di tuffi. 

 

Ma cosa ha a che fare tutto ciò con la pratica equestre?

 

Beh, visto che di esempi comportamentali si parla, il passaggio è semplice: per insegnare ai nostri allievi una buona educazione dovremmo essere in grado di fargliela vedere. Basta quindi con gli incentivi dedicati all’equitazione “brutta ma efficace”. Proviamo per una volta a concentrare gli sforzi sul raggiungimento di quello che universalemente viene riconosciuto come STILE. Il che significa che dovremmo togliere l’obbligatorietà per i nostri allievi di montare nelle categorie qualificanti per i passaggi di patente, categorie cioè dotate di montepremi, categorie dove spesso mediocri cavalieri all’inseguimento del gettone mostrano un’equitazione avvilente, attivando tra l’altro i neuroni a specchio dei nostri allievi. Che come ci dicono gli studiosi sono assai difficili da “riprogrammare”.

 

L’alternativa

 

Istruttori capaci e giudici preparati dovrebbero ridisegnare anche attraverso gare dedicate, l’apprendimento della migliore equitazione. In questo, le categorie hunter, spina dorsale dell’equitazione statunitense, sarebbero una risorsa impagabile, anzi, la risorsa. Le hunter permetterebbero di creare un circuito davvero allargato, con un agonismo volto sia al benessere animale sia alla formazione degli allievi.

 

Vedere i nostri allievi rincorrere il risultato fin dalle categorie pony, a discapito della correttezza e della riconoscenza nei confronti del cavallo, compagno di sport. Le loro capricciose esibizioni nei confronti di istruttori, genitori e giudici sono all’ordine del giorno e lasciano presagire a future generazioni equestri all’insegna della pochezza. È necessario rimettersi in discussione. Offrire il proprio operato alle valutazioni costruttive e non solo al calcolo numerico delle penalità, dei secondi e degli euro.

 

In questo le categorie hunter permetterebbero una maggior popolarità del nostro sport, offrendo allo stile, alla tecnica e all’educazione di riappropriarsi della materia equestre. Potremmo utilizzare i soggetti prodotti dal nostro allevamento in categorie alla loro piena portata, privilegiando il lavoro e l’addestramento metodico e ragionato e offrendo reali traguardi tecnici per gli allievi più dotati, creando per loro un vero futuro ad altro livello. Si dice che Roma non la si è costruita in un giorno… Però un giorno almeno hanno iniziato. E noi?

Massimo Garavini


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