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Migliaia di allevatori da tutta Italia hanno festeggiato a Roma il santo Patrono, Sant’Antonio Abate.

Anche quest’anno, nella mattinata del 17 gennaio, per la dodicesima volta consecutiva a livello nazionale A.I.A. e le associate territoriali, assieme a Coldiretti, hanno realizzato la "Giornata dell’Allevatore" nel cuore della Cristianità, in Piazza Pio XII a Roma, di fronte al Colonnato del Bernini, ed in Vaticano, nella Basilica di San Pietro.

La grande festa della “Giornata dell’Allevatore ” a Roma ed in Vaticano ha caratterizzato l’intera mattinata di giovedì 17 gennaio 2019: migliaia di allevatori con le loro famiglie, provenienti da tutta Italia, hanno ancora una volta, per il dodicesimo anno consecutivo, gioiosamente “invaso” lo spazio antistante il celebre Colonnato del Bernini, di fronte al sagrato di San Pietro, per celebrare degnamente, tutti assieme a livello nazionale, il loro santo Patrono, Sant’Antonio Abate.
 
 
Una giornata di festeggiamenti, preghiera e riflessione, organizzata dall’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. assieme alle associate territoriali ed alla Coldiretti, che nell’occasione ha divulgato lo studio “Fattoria Italia” sullo stato ed il ruolo degli allevamenti nazionali per l’economia e la società.
 
 
Consolidato il ricco programma della manifestazione, che ha visto pacificamente mescolati allevatori, cittadinanza romana e numerosissimi turisti in visita nel cuore della Cristianità ad ammirare la “Fattoria sotto il cielo” in Piazza Pio XII e la sfilata di cavalli e cavalieri partita da Castel Sant’Angelo percorrendo tutta Via della Conciliazione, al termine della messa celebrata in San Pietro dal Cardinale Arciprete per la Basilica Vaticana, Angelo Comastri.
 
 
Nei recinti della “Fattoria sotto il cielo”, una piccola ma significativa rappresentanza degli animali presenti negli allevamenti italiani, alcuni simbolo della ricca biodiversità patrimonio della zootecnia nazionale: dalle bovine Frisona, Pezzata Rossa, Chianina, Marchigiana, Limousine, alle pecore delle razze Sarda e Sopravvissana, alle capre Maltesi, al Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido ed all’Asino Amiatino, conigli di varie razze, galline Ancona, oche Venete e Germani Reali; non potevano mancare i suini – animali simbolo associati nell’iconografia classica al Santo protettore Antonio Abate – , con il maiale Nero Casertano. Altre razze equine hanno poi sfilato, seguendo la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a Cavallo, assieme alle rappresentanze del Reggimento Corazzieri, del CUFAA (Comando Unità per la Tutela Ambientale, Forestale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri), dei Lancieri di Montebello e della Polizia di Stato, presente anche con le unità cinofile; presenti in particolare il cavallo Lipizzano dell’Allevamento Ascal di Monterotondo, portato dal Crea, il Maremmano, il Tolfetano, il Sanfratellano, il Pentro e gli Haflinger, questi ultimi utilizzati dal Centro di riabilitazione Equestre di Villa Buon Respiro, in provincia di Viterbo.
 
 
Da Monterotondo, Comune alle porte della Capitale, in sfilata anche la Confraternita della Pia Unione di Sant’Antonio, recante un’antichissima statua del Santo.
 
 
 
Gli interventi dei rappresentanti istituzionali
 
 
Breve ma suggestiva come di consueto la cerimonia ufficiale dal palco antistante la “Fattoria sotto il cielo”, prima della benedizione impartita dal cardinal Comastri ad uomini ed animali. Il Vicario di Sua Santità Papa Francesco ha ribadito parte del messaggio lanciato durante l’omelia nella Messa del mattino, confermando il ruolo importante per tutta la società svolto dalla famiglia contadina, che conserva e tramanda valori assoluti quali l’impegno nel lavoro quotidiano, la costanza anche nelle avversità, la tutela del Creato ed il rispetto della Natura. “Gli allevatori italiani sono la parte più bella e sana della società”, ha dichiarato Comastri.
 
 
“Con grande emozione – ha esordito il presidente dell’A.I.A., Roberto Nocentini – salutiamo anche quest’anno questa piazza piena di allevatori e cittadini in festa, ringraziando soprattutto questi ultimi per essersi uniti alla nostra iniziativa che vuole confermare il ‘patto’ tra la categoria di chi opera in zootecnia, un lavoro duro, impegnativo ma al tempo stesso affascinante, e la società.
 
 
Dovete tutti avere fiducia nel senso di responsabilità degli allevatori italiani, che vi garantiscono ogni giorno sulla salubrità e rintracciabilità degli alimenti di origine zootecnica che arrivano sulle vostre tavole, attraverso percorsi virtuosi improntati al benessere degli animali, alla sostenibilità ambientale ed alla dignità di chi lavora negli allevamenti”, ha poi concluso.
 
 
Messaggio confermato anche dal consigliere dell’Associazione e presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha colto l’occasione per ribadire come “fare l’allevatore è una scelta di vita, quindi una scelta etica: parliamo di una categoria spesso sottovaluta ed addirittura additata come responsabile di fenomeni negativi di impatto sull’ambiente.
 
 
Niente di più sbagliato: la zootecnia per una nazione come l’Italia non solo è una risorsa strategica per l’economia e l’occupazione, ma è anche la base di produzioni inimitabili che tutto il mondo ci invidia e costantemente ci imita, in questo modo sì danneggiandoci sia come categoria che come sistema-Paese. Noi saremo sempre al fianco degli allevatori italiani perché sono un patrimonio di tutti ”, ha detto tra l’altro.
 
 
 
Sul palco, assieme al direttore generale di A.I.A. Roberto Maddé, a dirigenti del sistema allevatoriale da tutta Italia ed alle Autorità militari e civili, in rappresentanza delle istituzioni nazionali anche il senatore Gianpaolo Vallardi, presidente della IX Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare, che oltre a rallegrarsi per la massiccia affluenza di allevatori convenuti nella capitale per rinverdire una tradizione antichissima di devozione, ha annunciato come prossima un’altra tappa importante sull’etichettatura dell’agroalimentare Made in Italy .
 
 
“Una battaglia sacrosanta – ha detto – che sarà un punto di rinascita per l’agricoltura italiana”: Il rappresentante del Comune di Roma, l’assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro Carlo Cafarotti, ha innanzitutto portato il saluto della sindaca Virginia Raggi. “Roma è lieta di far da cornice all’impegno ed al lavoro degli allevatori italiani che operano in silenzio, con umiltà, quotidianamente, spesso fra mille difficoltà.
 
 
L’area metropolitana della nostra città, come è noto il Comune con superficie agricola più grande d’Europa, ha nella sua storia e tradizione la presenza delle attività di allevamento.
 
 
Un patrimonio che cittadini e visitatori della Capitale possono apprezzare ogni giorno consumando prodotti freschi, provenienti da filiera corta e commercializzati anche attraverso i mercati contadini, testimoni di un’agricoltura di prossimità che vuol dire garanzia di salubrità, contenimento degli sprechi, rispetto dell’ambiente, attrazione di flussi turistici”.
 
 
 

Redazione


Ufficio stampa A.I.A.
Camillo Mammarella


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