Alberto Spinelli, presidente Fitetrec-Ante: «a cavallo per fare sistema in stile italiano»
Il presidente della Federazione italiana turismo equestre e trec Ante Alberto Spinelli è stato invitato alla V Conferenza italiana per il turismo, summit biennale svoltosi venerdì 15 e sabato 16 ottobre a Cernobbio e riservato ai principali attori dell’industria turistica italiana. L’edizione di quest’anno ha avuto come tema “Turismo: la condivisione delle strategie per lo sviluppo del settore e la crescita del Paese” e, come ha dichiarato il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, si è proposto di «tracciare le linee guida e di individuare gli obiettivi che orienteranno le strategie e le politiche del turismo dei prossimi tre anni, oltre che di affrontare il tema sotto un profilo internazionale».
L’intervento del presidente Spinelli ha sottolineato l’importanza della promozione del turismo equestre, rurale e sportivo in Italia in un’ottica di integrazione nel sistema Paese.
«Attraverso l’istituzione di una rete di sistema unitario – ha spiegato il presidente della Fitetrec-Ante – a beneficiare dell’eccellenza turistica che il nostro Paese è in grado di offrire non è solamente il mondo degli appassionati del turismo equestre, comunque stimato in Italia in 180mila praticanti assidui e 350mila occasionali, ma l’intero territorio grazie a sinergie tra centri ippici, alberghi, agriturismi e realtà locali produttrici di beni e servizi. Accanto alla pratica in sella, infatti, è obiettivo primario della federazione promuovere uno sviluppo del territorio che abbracci storia, tradizioni, cultura, natura, biodiversità botaniche e animali – anche riguardo le razze equine – ed enogastronomia puntando su prodotti a chilometri zero».
«La tutela dell’ambiente – ha proseguito – e la salvaguardia della natura, le cui bellezze si confermano oggi tra le motivazioni primarie nella scelta delle destinazioni di viaggio, figurano nella mission istitutiva della Federazione italiana turismo equestre e il cavallo rappresenta il mezzo più idoneo alla valorizzazione di uno slow tourism che in Italia trova eccellenze assolute. Inoltre, l’equiturismo si presta perfettamente alla destagionalizzazione del turismo con un ampio ventaglio di proposte che non va mai a sovrapporsi ai canonici periodi di alta stagione, a tutto vantaggio degli operatori che vedono così allungarsi i mesi di attività».
«La Federazione italiana turismo equestre non domanda finanziamenti bensì chiede alle istituzioni e ai privati che quelli già disposti, anche in ambito comunitario, siano razionalizzati con interventi sul territorio efficaci, mirati e a lunga gittata. Anche sullo slancio dei festeggiamenti programmati in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, riteniamo che il nostro Paese rappresenti un sistema globale, estremamente modulare ma da proporre in sinergie strategiche. Possiamo offrire tutto, dalle città d’arte al mare, dalle terme alla montagna, dall’archeologia ai parchi naturali con preziose biodiversità. E se il filo conduttore di questa offerta è il cavallo, una declinazione non esclude l’altra bensì le integra in un unicum che solo in Italia siamo in grado di offrire».
«Per questo motivo crediamo fermamente che la realizzazione di un’ippovia, per fare un esempio, per le quali spesso è possibile attingere a finanziamenti comunitari, non rappresenti il punto d’arrivo ma quello di partenza di un progetto sul territorio che tocchi l’ambiente, l’agroalimentare e l’hôtellerie non meno di arte, storia e cultura. Un’ippovia non ha senso se manca l’Italia attorno a essa. Dei denari investiti per la sua realizzazione decade il senso se questi non vengono messi a frutto all’interno di un “sistema Paese”. Vogliamo essere così partner di iniziative che non cerchino di attingere necessariamente a nuove risorse economiche ma abbiano in mente un progetto lungimirante per valorizzare quanto già disponibile inserendolo, come un tassello in un grande mosaico, in una rete coordinata di servizi turistici. Vogliamo fare “sistema Paese” attraverso le eccellenze che possiamo proporre, nel nostro caso l’offerta del turismo equestre».
«È tempo di lasciare da parte gelosie campanilistiche e protezionismi lobbistici. Questo, riteniamo, sia il vero messaggio di questo 150° anniversario. Rappresento una piccola federazione in seno al Coni ma desidero sottolineare la grande potenzialità di questo particolare aspetto del turismo rurale con l’intento di realizzare una “grande opera”: un ponte che colleghi tutti gli aspetti turistici del nostro Paese attraverso il comune denominatore del cavallo e del territorio. Gli interventi sul territorio posti in essere dalla federazione cercano sempre di figurare come collante per le più diverse realtà territoriali, come è accaduto lo scorso agosto con il viaggio verifica lungo l’Ippovia del Po, progetto interregionale che ha coinvolto Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto in un’ottica anche di monitoraggio delle emergenze e dell’accoglienza lungo l’asta fluviale».
«Sviluppare una rete turistica delle eccellenze, obiettivo che la federazione sta perseguendo anche attraverso l’impegno dei propri comitati regionali, significa dunque offrire sullo Stivale e sulle sue meravigliose isole ciò che oggi molti equituristi italiani vanno a ricercare all’estero valorizzando il territorio attraverso i suoi prodotti d’eccellenza e il cavallo. E crediamo sia questa la chiave di lettura vincente per il nostro Paese. Secondo il rapporto semestrale dell’Osservatorio nazionale del Turismo, realizzato in collaborazione con Unioncamere e a cura dell’Isnart, nei primi sei mesi del 2010 oltre l’otto per cento degli italiani ha praticato attività sportive in vacanza e, tra queste, la pratica equestre si colloca al quinto posto nel Belpaese e al terzo per quanto riguarda le destinazioni estere. Si evince dunque come sia necessario invertire questa tendenza promuovendo sul territorio un turismo equestre di qualità declinato anche in pacchetti personalizzati, che risulti appetibile sia in Italia sia all’estero e che produca, anche grazie all’impiego delle razze equine autoctone particolarmente vocate a questa attività, a un territorio e a un patrimonio culturale unici, un consolidamento nazionale e internazionale del nostro Paese come destinazione turistica nell’ambito rurale e sportivo».
«Il cavallo – ha concluso Alberto Spinelli – è il nostro filo conduttore di uno stile italiano che porti alla scoperta dell’Italia senza confini. È questo, per la Federazione italiana turismo equestre, il senso più autentico e proattivo del Centocinquantenario, nonché il biglietto da visita del sistema Paese tanto sul territorio nazionale quanto all’estero».
Paola Olivari
Ufficio stampa Fitetrec-Ante
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