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LO SKIJÖRING Autore: Elvezia Ferrari Pubblicato su Carrozze&Cavalli 4/2011

A chi non ne ha mai sentito parlare diciamo che si tratta di un connubio tra due sport in cui lo sciatore si fa trainare da un cavallo che può essere montato oppure no.

Da Carrozze & Cavalli.

LA STORIA

La sua origine si fa risalire al 2500 a.C. in Scandinavia, dove si parlava di "Skikjøring" per indicare in norvegese “sci trainato”, ma esiste un’incisione rupestre nel nord della Russia datata 4000 a.C che raffigura uno sciatore trainato da un quella che probabilmente è una renna.

Allora questo metodo veniva utilizzato nei paesi nordici dapersone che in un territorio piuttosto pianeggiante e poco accidentato caratterizzato da prolungato innevamento associavano una necessità di lavoro, di spostamento o di divertimento con il cavallo e gli sci.


Più recentemente gli archivi del Comitato Olimpico Internazionale e quello dei Giochi Nordici confermano la presenza di gare di ski-joering già all’inizio del Novecento a titolo dimostrativo per affermarsi definitivamente a St. Moritz in occasione delle Olimpiadi Invernali del 1928, anno in cui le corse sul lago gelato divennero una consuetudine che si celebra tuttora.
 

Tuttavia è solo a partire dal 1990 circa che lo ski-joering iniziò a diffondersi a livello turistico sia quale attività per il tempo libero che in gare di vario genere sottoposte a precisi regolamenti.

 

IL CAVALLO
Attività adatta a qualsiasi tipo di cavallo o pony,  richiede comunque un animale addestrato ad essere attaccato ed abituato alla nuova sensazione, lui animale-preda, di una persona che senza far rumore lo “insegue”, soprattutto considerando il fatto che non sempre si usano testiere dotate di paraocchi.

Le dimensioni del cavallo/pony in rapporto allo sciatore non assumono alcuna importanza tanto che un bambino può farsi trainare da un cavallo di statura e un adulto da un pony.

Ovviamente se il cavallo è ferrato occorre prevedere la ferratura con chiodi da ghiaccio, inserti per ramponi e soletta “hoof grip” che elimina ad ogni falcata la neve accumulata sotto lo zoccolo.

 

LO SCIATORE/GUIDATORE

Galoppare con il cavallo sulla neve è il sogno di tutti ma questo sentimento di libertà e di evasione è possibile per un cavaliere solo dopo un periodo di apprendimento della tecnica equestre, tanto lungo da essere spesso scoraggiante.

Nel caso dello ski-joering i limiti imposti dalle capacità equestri vengono annullati. Con un cavallo adatto, il materiale idoneo e l’assistenza di un professionista, il galoppo è presto alla portata di tutti, adulti e bambini, giovani e meno giovani – a patto che amino lo sci ed i cavalli! Diciamo che l’aspetto più critico è rappresentato dalla necessità assoluta di un sufficiente allenamento atletico di braccia e gambe.

Quanto all’equipaggiamento, sempre consigliato il casco, mentre gli sci saranno di lunghezza ridotta (non più di 1.5 m) per evitare interferenze con gli arti posteriori del cavallo soprattutto quando rallenta o si ferma.

 

L’ATTACCO

Se per l’attività praticata con il cavallo montato, l’equipaggiamento si riduce a semplici corde tenute in mano dal cavaliere, per la disciplina con il cavallo non montato esistono due tipi di attacco: con tirelle morbide o con imbragatura rigida.
 

Nel primo caso le tirelle sono costituite da corde collegate a finimenti tipici da attacco o similari, con l’eliminazione della braga sostituita da un reggi-tirelle sulla cui sommità è previsto un largo passante attraverso il quale scorrono le redini. All’altro capo le tirelle sono fissate al centro di un bilancino che viene tenuto in mano dallo sciatore/guidatore insieme alle redini, come mostrato nell’illustrazione. Il bilancino è a sua volta fissato all’imbragatura del guidatore per mezzo di un apposito moschettone a sgancio automatico o semiautomatico.

 

Nel caso delle cosiddette “tirelle rigide” queste assumono la funzione di stanghe e sono costituite da un una specie di “U” fatta di tubi in plastica fissata ai finimenti del cavallo, al cui interno viene tesa una tela che impedisce allo sciatore di ricevere in pieno volto la neve sollevata dagli zoccoli del cavallo.

Lo sciatore/guidatore tiene in mano il lato corto della “U” al quale sono fissate le redini tramite due impugnature la cui rotazione serve per agire sulla bocca del cavallo. La presenza della braga munita anche di reggitirelle costituisce un vantaggio di questo sistema a “tirelle rigide” perché in grado di trattenere il guidatore nelle discese o durante le transizioni del cavallo. Questo metodo rappresenta inoltre un aiuto per mantenere l’equilibrio del guidatore ed è solitamente preferito al precedente.

 

L’ATTIVITA’

Perfetta per gli amanti della natura, questa attività che viene da così lontano sta diventando sempre più popolare sia per il tempo libero che come disciplina agonistica praticata sia in Europa (con il cavallo non montato) che in Nord America (con il cavallo montato).

Molte sono le località alpine che offrono corsi di avvicinamento allo ski-joering, iniziando su piste immerse nella tranquillità della natura, dove assaporare sensazioni del tutto sconosciute.

 

LE COMPETIZIONI

Le gare di ski-joering si svolgono su uno spazio relativamente limitato per consentire agli spettatori di seguirne l’intero svolgimento: è uno spettacolo da non perdere!

 

Tre sono i tipi di prove previste in Europa:

lo  slalom gigante: su una lunghezza tra 90 e 200 m, lo slalom gigante comprende da otto a dodici porte distanziate tra loro di 8/10 m per i  pony e di 10/12 m per i cavalli. Sia il cavallo che lo sciatore devono passare attraverso le porte.
 

lo slalom speciale: 10 a 12 bassi picchetti in linea, distanziati di 4 m l'uno dall'altro su un percorso di 45-100 m. Il cavallo deve procedere dritto a sinistra o a destra rispetto alla fila di picchetti mentre lo sciatore/guidatore deve fare slalom cercando di evitare gli elementi lungo il percorso e di non mancare le porte
 

la prova di velocità, la più spettacolare. Si effettua su un giro da 300 a 1 500 m. Da due a quattro sciatori si affrontano sullo stesso percorso e vince chi arriva nel minor tempo possibile. Lanciati al galoppo, i cavalli possono raggiungere la velocità di 45km/h.
 

Praticato nel Nord America a partire dagli anni 50, quando si iniziò legando la corda che trascinava lo sciatore al pomo della sella western, la disciplina si è rapidamente evoluta in uno sport altamente spettacolare e specialistico in cui il concorrente deve affrontare un percorso disseminato di salti, porte, cunette e talvolta anelli da centrare a tutta velocità.

Lo ski-joering: una comunione tra natura, sci e cavallo, una riscoperta della montagna all’alba del XXI secolo.

UNA CURIOSITA’: SKI-JOERING … SULLE SABBIE DEL DESERTO

Quello che è solitamente uno sport praticato sulla neve ha trovato nel gennaio 2011 un nuovo insospettabile scenario, il deserto, con la partecipazione di cinque binomi, al prestigioso “Royal Equestrian and Camel Festival” a Muscat, capitale dell’Oman dove ogni cinque anni convergono 1200 cavalli, 600 cammelli e più di 1.500 musicisti per uno spettacolo di abilità sportive miste a mirabili scenografie.
 

Per le informazioni e le immagini si ringrazia l’istruttore Christian Repaux, autore di un interessante manuale in francese “Le Skijoering Equestre et le Rollerjoering”



Negli articoli e nelle rubriche di Carrozze&Cavalli troverete spunti e risposte interessanti su storia, cultura, tradizione, agonismo e tempo libero.

 

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