Pubblichiamo di seguito una nota dell’associazione inglese Animal Aid, diffusa in Italia dall’Ihp.
Queste sono le foto che l’ippica non vuole che il pubblico veda. Mostrano Wigmore Hall con la gamba rotta durante una corsa all’ippodromo di Doncaster, e poi mentre viene sparato in testa da un veterinario.
Le terribili immagini sono state scattate sabato 13 settembre da Animal Aid sotto copertura. (Per vedere tutte le immagini visita il sito www.horseprotection.it)
Negli ippodromi britannici muoiono mediamente tre cavalli ogni settimana. Nascosto dietro uno schermo per non essere visto dal pubblico delle tribune, Wigmore Hall è stato brutalmente ucciso con un proiettile esploso col silenziatore.
Due minuti prima si era frantumato la gamba anteriore sinistra, galoppando a tutta velocità in una corsa contro altri otto cavalli, a circa 600 metri dal traguardo.
Durante la sua breve vita, questo cavallo di sette anni è stato sottoposto a un regime elevatissimo: nei suoi cinque anni “di carriera” ha gareggiato senza sosta, partecipando a 42 corse in totale.
La grande maggioranza dei cavalli addestrati in Gran Bretagna gareggia raramente fuori da Inghilterra e Irlanda. Invece Wigmore Hall è stato fatto correre anche negli Stati Uniti, in Canada, Dubai, Singapore, Hong Kong e Francia, in aggiunta alla Gran Bretagna. Ha accumulato una somma immensa di premi in denaro per il suo proprietario Mark Hawtin e il suo entourage: in totale 1.334.814 di sterline.
Ciò che gli veniva richiesto era notevole: rinchiuso in box per voli a lungo raggio; obbligato a correre nell’umidità estrema, a correre su superfici diverse, terreni e condizioni diversi e su distanze variabili, oltre ad essere sottoposto ad un addestramento che lo spingeva al limite. Oltre alla frenesia del competere contro altri cavalli, veniva incitato con la frusta per spingerlo al massimo sia fisicamente che mentalmente.
Le sue ultime tre corse sono state disputate nell’arco di sole quattro settimane, dandogli un periodo di recupero minimo. Wigmore Hall, alla fine, ne ha pagato il prezzo con la sua vita.
Più di 1000 cavalli nell’ippica hanno perso la vita sulle piste britanniche da marzo 2007. La gran parte delle loro storie è sconosciuta. Dietro un velo di segretezza il mondo dell’ippica, seguendo il regolamento dell’Authority britannica, rifiuta fermamente di fornire i nomi dei cavalli che vengono abbattuti negli ippodromi, o che spariscono dopo che la loro carriera viene considerata finita (per alcuni anche prima che sia mai iniziata): il loro destino è un mistero.
Tuttavia, attraverso ricerche meticolose e la regolare frequentazione degli ippodromi, Animal Aid riesce a dare un nome a molti di quelli che muoiono prematuramente sulle piste: i loro dettagli sono pubblicati sul sito dedicato: Race Horse Deathwatch.
Dichiara Dene Stansall, consulente di Animal Aid per l’ippica: “Il mondo dell’ippica dovrebbe vergognarsi di questi dati. Il povero Wigmore Hall era uno dei tantissimi cavalli che vengono abbattuti ogni anno perché sono stati spinti oltre i loro limiti sulle piste, oppure perché non hanno un valore commerciale. La sua morte è un’altra prova che l’ippica è un cosiddetto sport che non ha pietà e che non merita un briciolo di sostegno pubblico.”
www.enpa.it
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