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L´equitazione western a MalpensaCavalli

MalpensaCavalli ha sempre dato grande importanza alla monta western e anche quest’anno nei padiglioni e nelle arene di Busto Arsizio saranno presenti centinaia di cavalli delle razze selezionate e impiegate dai Cowboy del nord America come dai mandriani del Sud America. Soggetti che sarà possibile vedere nelle varie rassegne allevatoriali ma anche in azione in importanti gare, a testimoniare come queste razze non siano affatto pezzi da museo, ma sempre più occasione di sport e passione per migliaia di cavalieri. Si potrà così assistere a una gara ufficiale dell’American Quarter Horse, il cavallo più scattante del modo. Questa gara, già di per sé prestigiosa, avrà un plus originale: sarà valutata in contemporanea da due diversi giudici, i cui punteggi verranno messi a confronto solo a prestazione terminata. Una vera gara nella gara, che metterà alla prova obiettività e competenza dei tecnici a tutto beneficio dello sport. Altro appuntamento di spicco la finale del Campionato della Federazione Italiana Equitazione Western (Fiew) dove i migliori emuli nostrani dei cowboy americani si daranno battaglia.

 

WESTERN ALL’ITALIANA, UNA STORIA DI SUCCESSI
I cavalli e i cavalieri tricolori impegnati nell’equitazione americana, e in particolare nel reining, sorta di dressage a stelle e strisce che potrebbe presto ottenere un inserimento ai Giochi Olimpici, sono i secondi al mondo per vittorie internazionali, superati soltanto dagli atleti Usa.
Si sa che nello sport per portare una nazione a posizioni di rilievo non basta il talento degli atleti: occorrono anche i capitali. E si sa che lo sport muove capitali in due casi: se è di massa o se è nuovo, originale, trendy. Questo è accaduto nel mondo western, dove personaggi come Eleuterio Arcese, proprietario dell’immensa holding del trasporto, Lucio Ferrarini, dell’omonimo e celeberrimo prosciuttificio, Oliviero Toscani, il noto fotografo e pubblicitario, Vincenzo Caracciolo, principe napoletano e imprenditore, hanno compiuto considerevoli investimenti nella realizzazione di allevamenti modello tarati sulle esigenze delle particolari razze di cavalli utilizzate per questi sport: i Quarter Horse principalmente, poi i Paint Horse e gli Appaloosa, tutti originari degli Stati Uniti. Inoltre per lungo tempo (il primo Quarter è approdato in Italia poco meno che una trentina di anni fa) hanno investito nella didattica, ingaggiando esperti Usa per insegnare all’Italia degli appassionati l’essenza di questa equitazione derivata dal lavoro dei cowboy con le mandrie.
L’Italia e le sue fiere equestri hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo delle discipline western, tanto che il nostro Paese ha ospitato la prima dimostrazione di una disciplina western in seno ai Weg di Roma nel ’98, seguita poi dall’esordio vero e proprio del reining come specialità ammessa ai Mondiali di Spagna 2002. Sempre in Italia si è tenuto il primo Concorso ufficiale di reining sotto egida Fei organizzato battendo sul tempo perfino gli Usa, così come, nel 2002, uno degli unici due concorsi di qualificazione ai World Equestrian Games del mondo; l’altro si è tenuto negli Usa.

 

EQUITAZIONE WESTERN: ‘NICCHIA’ DA 520 MILIONI DI EURO
Le stime sul denaro mosso dall’equitazione western nella penisola parlano di 145 milioni di euro all’anno. Il capitale in termini di cavalli raggiunge i 375 milioni, 400 i trainer professionisti, quasi 2.000 i posti di lavoro. L’Italia è fra i primi in Europa per sponsor e montepremi.
I cavalli coinvolti sono circa 25mila: 17.500 Quarter Horse, (l’Italia è la quarta nazione al mondo per numero di Quarter, dopo Usa, Canada e, per pochissimo, Germania), quasi 6.000 Appaloosa (superati solo da Usa e Canada), oltre 2000 Paint Horse. Sono tutti soggetti di razza certificata e registrati nei rispettivi stud book. Il loro valore va dai 7.500 euro del buon soggetto da campagna ai 150/200.000 del super cavallo da gara. In media è corretto considerare circa 15.000 euro a soggetto, quindi un parco cavalli da 375 milioni di euro.
Coloro che possiedono una tessera delle varie Associazioni, cioè le persone attivamente coinvolte nel settore come allevatori, proprietari o cavalieri sono 5.000.
In media ognuna di queste persone spende, oltre al denaro per acquistare uno o più cavalli, quello per mantenerli, per procurarsi l’attrezzatura e l’abbigliamento necessari, per recarsi alle sedi delle manifestazioni.
Di seguito la propensione media di spesa dell’agonista tipo, con un solo cavallo da 15.000 euro (che si rinnova in media ogni 5 anni):
– 650 euro al mese per pensione e addestramento del cavallo
– 5.200 euro all’anno per attrezzature e abbigliamento da gara e da lavoro (una sella costa dai 2.600 ai 5.200 euro).
– 2.000 euro per ogni trasferta sui campi gara facendo riferimento a un cavaliere impegnato a livello medio alto. Questi cavalieri in genere sostengono mediamente otto trasferte nei dodici mesi, quindi l’ammontare annuale di spesa per le trasferte si aggira sui 16.000 euro.
L’esborso totale annuo per la gestione di un cavallo impegnato in gare di livello medio annuo è quindi sui 29.000 euro, escluso l’acquisto del cavallo. Questa cifra, moltiplicata per i 5.000 cavalieri coinvolti nel sistema, conduce a un totale complessivo di 145 milioni di euro.
Sulla scia dei nuovi sport equestri si è sviluppata un piccolo ma florido comparto del terziario avanzato e della new economy, che dà lavoro a esperti di organizzazione sportiva, fotografi, giornalisti, web master. Si è fatta strada una rilevante attività di importazione, ma anche di produzione italiana per quanto riguarda attrezzature equestri e abbigliamento specifico. è nata una nuova professione, quella di addestratore di cavalli western, che conta ad oggi circa 400 professionisti. E se consideriamo la presenza sul territorio di 800 allevamenti (120 dei quali di grandi dimensioni), e di 250 centri scuola, che impiegano in media 5 persone di staff, ecco altri 1.850 posti di lavoro creati dalla nuova branchia dell’equitazione western. Altre cifre che possono dare una dimensione del fenomeno sono gli investimenti dei vari sponsor, quasi tutti volti ad aumentare i montepremi delle gare, decisamente consistenti per il panorama equestre. Grazie appunto al coinvolgimento nelle nuove discipline di vip dell’industria e della comunicazione, l’Italia è all’avanguardia in Europa: dei 1.800.000 euro che ogni anno vengono distribuiti a vincitori e piazzati nelle manifestazioni europee, circa un milione è destinato alle gare organizzate in Italia (oltre 500.000 riservati alla più grande kermesse dell’anno, il Futurity per cavalli esordienti). Di 500.000 euro circa è l’investimento degli sponsor, 350.000 dei quali dovuti a sostenitori italiani.

 

TANTE SPECIALITÀ A STELLE E STRISCE
Le specialità dell’equitazione western sono molte, e a quasi tutte sarà possibile assistere durante MalpensaCavalli. Derivano più o meno dalla lontana dal lavoro del cowboy. Alcune di esse mantengono un legame davvero stretto con le origini, chiaramente individuabile per la presenza di capi di bestiame nell’arena di gara: in questi sport, il cutting, il team penning, il working cow horse, il roping (gara di cattura con il lazo), l’obiettivo sta nel far eseguire al vitello determinate azioni.
Le gare a cronometro (barrel racing, pole bending), che rievocano la velocità e l’agilità necessarie al cavallo per “stoppare” un capo in fuga. A queste si aggiunge tutta una serie di eleganti categorie chiamate invece “di precisione”: il western pleasure, in cui il cavallo deve dimostrare di avere andature piacevoli ed elastiche, necessarie a un buon soggetto da ranch perché il cowboy possa restargli in sella tutto il giorno senza risentirne; o il trail horse, un percorso a ostacoli che simula quelli che si possono incontrare nelle praterie durante il lavoro con le mandrie. Fra tutte queste discipline, quella che ha raggiunto un grado di raffinatezza tecnica tale da poter aspirare alle Olimpiadi è il reining. Storicamente origina dalla stilizzazione in campo gara di movimenti compiuti dai ranch-horse per radunare la mandria, per separarne i capi al momento della marchiatura, per seguirla durante le lunghe transumanze nelle praterie. Oggi è diventato sport puro e, a parte la divisa di gara in cui sono tradizionalmente prescritti cappello a falda larga, camicia a maniche lunghe, jeans e stivaletti western style.

Redazione il Portale del Cavallo


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