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GIOVENTU’ BORGHESE

Con piacere presento a tutti i lettori il primo libro di un caro amico, Arturo Chiurazzi.
Non parla di cavalli o di equitazione ma lo consiglio con tutto il cuore perché è una lettura molto bella e coinvolgente.

Arturo è un carissimo amico, un amico di gioventù, proprio come il titolo del suo primo libro “Gioventù Borghese”. Arturo ha seguito il Portale del Cavallo e tutti i suoi sviluppi fin da quando è nato, fin da quando l’ho pensato, anche insieme a lui.

Non smetterò mai di ringraziarlo per i suoi preziosi consigli. Con piacere ho disegnato personalmente per lui la copertina del suo libro e ora pubblico questa bellissima recensione scritta dal prof. Damaso Caprioglio, Professore Emerito di medicina etica dell’Università di Parma.

Riporto la recensione del prof. Caprioglio, buona lettura a tutti, Giovanni Origgi.


Borghesia nasce da borgo e risale alla civiltà medioevale.
Borghesi erano le persone che vivevano e operavano nel villaggio e praticavano un libero mestiere derivante dalla trasformazione del raccolto in un prodotto finito.
La borghesia giocò un grande ruolo nell’urbanesimo.
Protagonisti di questo eccellente romanzo sono i giovani appartenenti alla borghesia degli anni 60 seguiti per un breve arco di tempo da ragazzi, a professionisti, a genitori a loro volta.
Viene ambientato nella Milano degli anni 50 e 60, ove vivono i figli della ricca ed influente borghesia legata a quel tempo ancora in modo quasi esclusivo alla chiesa, alla civiltà cattolica e sopratutto ai valori della famiglia del lavoro, del rispetto dei valori morali.
Si intrecciano così la vita di alcuni studenti dell'Università Cattolica, specie quelli di economia politica, ed in modo particolare di due di loro Andrea e Nora e delle rispettive famiglie.
Nell'arco di quasi due decenni viene seguita la loro vita da studenti a laureati, fidanzati, poi sposati e via via seguiti lungo la carriera specie quella del marito di Nora prima universitario con un lungo soggiorno alla Sorbona di Parigi, poi politico, onorevole e infine Ministro a Roma.
Bello, intenso, con grandi momenti di pathos, di tensione, di commozione e nel finale anche drammatici, resi con maestria e sapienti dosaggi degli eventi.


La particolarità del romanzo non è solo nella trama di questi due personaggi, dei loro congiunti, degli amici più cari e delle famiglie, ma quella di averli saputi ambientare in quattro paesaggi particolari.
Tre città e una zona di campagna fanno da sfondo mirabile e perfetto.
La Milano di quegli anni fino ai primi del 70, la Parigi e la Roma dello stesso periodo.
Di ogni città vi è una ricostruzione minuziosa, precisa, accurata, delle vie, dei caffè, dei teatri, dei negozi, dei palazzi, dei ristoranti, che per chi ha vissuto quegli anni, specie a Milano, ma anche a Parigi e Roma, sembra quasi di rivivere momenti ed episodi che corrispondono a quelli dei protagonisti di allora.
Scorrono i ricordi milanesi delle cantine Moriggi, del Boeucc, del Charly Max, del Bar Bonomelli, del Sant Ambroeus, del Bar Commercio, del Biffi Scala, dei vecchi, prestigiosi negozi come Picowa e Richard Ginori ecc.


Ancora più struggente è la descrizione della Parigi dei primi anni 60 con l'Hotel Lottì, le Deux Magots, il Grand Vefour, il quartiere Latino, l'Avenue Hoche, Rue de Grenelle, Fouqet, il Caffè Florian, Place de Fustemberg e dei dintorni lungo la Senna, con l'inserimento dei due giovani sposi nella vita Parigina con i grandi baroni universitari, i diplomatici, le ambasciate, il mondo incantato della Sorbona.
Ma la parte più sensibile e romantica del libro è rappresentata dalla descrizione di una piccola zona piemontese dove si stende l'alto Monferrato, con le dolci colline delle Langhe, ove viene ambientata la tenuta della famiglia di Nora, proprio a Monforte D'Alba, la patria del Barbaresco.
La descrizione di tutti i paesi delle Langhe resi con toni e momenti mirabili, ne fanno un vero, inaspettato capolavoro.
Sembra di ripercorrere con Pavese e Fenoglio i paesaggi di La Morra, Cherasco, Guarene, Castiglione Falletto, i colori cangianti nelle quattro stagioni delle vigne e dei frutteti.
Ripensando a Pavese (dalla Luna ai Falò) l'autore ripete,
" La vigna è come un corpo che vive, che ha il respiro ed il suo sudore."
Belle e precise, misurate ma efficaci, le descrizioni delle famiglie piemontesi delle Langhe coi loro pensieri, le loro ansie, il loro attaccamento al lavoro ed alla terra, resi con una luce tenera e deliziosa, con tutta la congenita flemma, per la quale così si esprime l'autore:
" I Piemontesi sono fatti così, non riescono a concepire una vita che corre e che ci scappa via, preferiscono gustarla pian piano come un buon calice di vino da bere lentamente o un gianduiotto da sciogliere in bocca senza fretta."
La sapiente regia dell'autore rende la trama avvincente come un giallo per cui, iniziato il romanzo non ci si stacca più dal leggerlo fino a che non si arriva alla fine.
Momenti di ansia, di dolore, di lutti, di screzi e incomprensioni familiari. Siamo infatti negli anni in cui i giovani iniziavano a ribellarsi alle tradizioni familiari ,specie quelle borghesi e davano vita all’epoca sessantottina, con tutte le sue lotte, incomprensioni, drammi e tragedie.


I capitoli finali portano i protagonisti a Roma. Andrea, per le sue indiscusse doti di abilità e preparazione, tornato da Parigi, viene eletto deputato e prosegue in una rapida carriera fino a diventare Sottosegretario e poi Ministro. Nora, dolce, splendida, eccezionale figura di donna, ma anche di moglie devota, capace di aiutare, col suo fascinoso, sempre discreto, mai aggressivo, la scalata al potere del marito. Infine l'ambientazione nella Roma della “dolce vita” con via Veneto, il Piccolo Mondo, Montecitorio, la nobiltà nera capitolina.
Chiudono il romanzo due momenti drammatici.
Il primo con la morte del padre di Nora. Figura centrale nobilissima di vecchio gentiluomo piemontese che vive fra Milano e la sua amata terra di Langa, la disperazione della figlia ed il ritrovamento della lettera del padre scrittale tanti anni prima e mai spedita, toccante, densa di pathos e di grande emozione: tutto ciò è capace di portare il lettore addirittura alle lacrime!.
Il secondo ancor più terribile riguarda il sequestro dell'Onorevole Andrea da parte delle Brigate Rosse. L'angoscia delle famiglie, specie quella di Nora che attende un bimbo, le sequenze concitate delle trattative e poi, con grande suspense la liberazione del deputato, merito sopratutto del padre di lui, altra figura centrale ed eccezionale di grande capitano della finanza e di genitore encomiabile.

E' il Romanzo del trionfo dell'amore, della famiglia, degli affetti. Merito ad Arturo Chiurazzi per questo eccellente testo, per la sua chiarezza, per la spontaneità, la freschezza e la leggiadria nel descrivere via via l'intreccio, gli affetti, gli amori, i sentimenti, le invidie, le lotte, i rancori, le gioie di queste famiglie borghesi. Il tutto ad un tempo con una scenografia dei luoghi tanto precisa e accurata, quanto sentita e vissuta davvero, nella sua essenza..
E’ un libro da leggere. Sono certo che chi lo farà troverà grande piacere e giovamento nel ricordo degli anni passati.


GIOVENTU' BORGHESE
Autore: Arturo Chiurazzi
Edizioni Ikon – Milano, novembre 2010

Prezzo di copertina: 25,00 Euro

per informazioni: redazione@ilportaledelcavallo.it

Damaso Caprioglio
Professore Emerito di medicina etica, Università di Parma


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