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Emergenza Covid-19: lo sport si ferma

Il vecchio Sferisterio alza bandiera bianca e chiude i battenti

Siamo costretti a chiudere il più antico impianto sportivo della città da lunedì 9 marzo, fino a quando non si chiarirà la situazione di incertezza, preoccupazione e di contraddittorie indicazioni diffuse dopo le disposizioni ministeriali.


Negli ultimi giorni, l'impianto è stato frequentato solo dalle società di pattinaggio, che riescono a strutturare le loro attività a distanza di sicurezza fra gli atleti. Tutte le altre attività sportive di Basket, Volley e Calcetto, che prevedono contatti ravvicinati fra i giocatori, sono state interrotte anche su indicazione delle federazioni CONI di appartenenza. Abbiamo adottato la stessa decisione per la palestra del liceo Copernico, dove si praticano Volley, Pallamano e Baseball.


La palestra Atc di via Saliceto, invece, resterà aperta perché si praticano discipline compatibili con le disposizioni di sicurezza: Balli di gruppo, Ginnastica dolce, Yoga, Pattinaggio. Mentre  gli allenamenti di Pugilato e  Kendo continueranno in forma più leggera per evitare al massimo i contatti fra le persone. Lo Sferisterio, ogni giorno, accoglie circa  mille persone, è aperto per 18 ore continuative, non ha tutti requisiti di sicurezza per la prevenzione del contagio, è una struttura malandata e molto vulnerabile. Quindi, utilizzeremo la prossima settimana per eseguire pulizie e sanificazioni radicali dell'impianto e per ritinteggiare gli spogliatoi, che ne hanno molto bisogno.


Con gli impianti sportivi chiusi, l'Aics di Bologna non incasserà un euro dalle società sportive utilizzatrici ma cercherà ugualmente di garantire ai lavoratori contrattualizzati, ai collaboratori sportivi e ai tirocinanti (10/15 persone) le condizioni salariali attuali, facendo ruotare tutti nelle attività superstiti e attingendo alle risorse finanziarie associative dei settori non sportivi. Abbiamo autonomia per una settimana, forse due. Se invece la chiusura degli impianti proseguirà, cercheremo di fare ricorso agli ammortizzatori sociali previsti dalla regione Emilia Romagna, per i lavoratori dipendenti, sospendendo le altre attività di collaborazione sportiva per i volontari e i tirocinanti.


Questa situazione gravissima  riguarda, nella nostra provincia, più di 250 associazioni sportive dilettantistiche affiliate all'Aics, che hanno fatto investimenti ingenti nell'attrezzare e ristrutturare palestre e sale, offrendo garanzie personali alle banche, contraendo mutui onerosi e proponendo servizi di qualità a prezzi contenuti.


Poi c'e' la situazione disastrosa di centinaia di associazioni che promuovono attività di musica, teatro, arti visive, formazione, che sono tra le più importanti realtà culturali della provincia di Bologna e di cui, fra le nostre associate, citiamo solo le principali (Locomotiv, Link, Freakout, Alchemica, Studio 54, Eden Park, Ikigai, Telling Stories, Mikasa, Granata, (S)blocco5, Elastico FART, Casa Borgonuovo, l’Opificio, Bunker, MicroBO, Suonare Sergio, Cava delle arti, Adiacenze, Evolution, Guitti Teatro, Barriere Zero, Youkali, Tomax Teatro,  Interno18, El Garaje, La Comunicazione Diffusa, Diverteatro, La Casa del Paleotto, Kinodromo, Revolution Club, Baraccano).


Il bilancio delle prime tre settimane di chiusura vede l'annullamento di almeno 100 manifestazioni e spettacoli. Ai quali va aggiunta la soppressione  di centinaia di corsi, stages, workshop. Tali attività prevedevano ingaggi costosi degli artisti, voli e viaggi inutilizzati, anticipazioni alle agenzie, noleggio di teatri, spazi e attrezzature. Le associazioni culturali sviluppano un'insostituibile mole di iniziative di promozione sociale che sono completamente bloccate. Gli operatori di questo settore sono i più esposti e meno garantiti nella crisi del Coronavirus percheè generalmente non contrattualizzati ed esclusi dagli ammortizzatori sociali e dalla provvidenze che il governo sta predisponendo.


Abbiamo sottoscritto, con numerose altre associazioni, l'appello "La cultura non si contagia" ma resta determinante e risolutivo  l'impegno e il sostegno del Comune di Bologna e degli altri Comuni, nei confronti della Regione e del Governo centrale, per aiutare con provvedimenti e  finanziamenti adeguati il settore più colpito e precario nella crisi epidemica che stiamo vivendo.

 

 

Serafino D’Onofrio
presidente AICS Bologna


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