Analisi dei diversi sistemi costruttivi e di carico per una corretta valutazione del mezzo da acquistare.
Alcuni suggerimenti utili dal nostro lettore Lucio Viola.
Il progresso e lo sforzo di ricerca innovativa che si notano nella produzione di trailer hanno reso oggi il trasporto animali più sicuro e agevole da gestire da chiunque.
Anche l'abbinamento con le moderne vetture rende tutto ancora più facile, infatti se dotata di sofisticati sistemi elettronici come ad esempio l'Abs, l'antisbandamento e il controllo di trazione, una buona 4×4 oggi è un connubio perfetto con un rimorchio, elevando enormemente il grado di guidabilità e sicurezza del binomio.
Fatta questa premessa, noto che sulla stampa specializzata appaiono sempre più spesso articoli con consigli per l'acquisto di van e trailer che però tendono a non specificare bene i pregi e difetti dei veicoli nominati creando a volte inesattezze con valutazioni poco tecniche.
E’ opportuno fare alcune importanti considerazioni generali come scopo di questo scritto, dividendo le questioni nei seguenti argomenti principali: sistemi costruttivi, sistemi di carico e scelta del trailer.
Sistemi costruttivi
Le differenze costruttive sono innanzi tutto dovute alla scelta dei materiali della carrozzeria che su alcuni veicoli sono in prevalenza di legno marino, altri invece utilizzano vetroresina o alluminio.
Di particolare importanza è il materiale del pavimento del veicolo, da preferire sono materiali come l'alluminio o PVC mentre il legno ha necessità di essere sostituito dopo un certo periodo di tempo e, purtroppo, ha spesso tragicamente dimostrato i propri limiti di scarsa sicurezza sia per il fatto che è un materiale naturalmente deperibile e che inoltre deve pure sopportare un notevole stress meccanico durante il viaggio, sollecitato sia dal peso del cavallo che dai suoi movimenti.
In questo caso qualche euro in meno all'acquisto non lo definirei proprio un oculato risparmio.
I telai generalmente sono in acciaio zincato che seppure non eterno come un acciaio inox, offre un buon compromesso fra robustezza e durata e se anche nel lungo periodo può presentare qualche antiestetico segno di ossidazione dovuto più che altro a scarsa manutenzione oppure a qualche urto che ha scalfito lo strato di zincatura, questo solitamente non intacca la struttura del veicolo.
Una buona manutenzione risolve bene il problema e basta veramente poco a riguardo.
In America preferiscono costruire i trailer quasi totalmente in alluminio e con sistemi di frenatura (freni elettrici) che a mio personale parere li pongono all'avanguardia in questo settore.
In Europa le normative e i maggiori costi produttivi sono l'impedimento ad adeguarci a soluzioni diverse e forse più valide. Le dimensioni dei loro trailer, ottimizzati solo per le loro vetture e strade, sono per contro un notevole freno all'importazione.
Anche la sovrastruttura che sostiene la carrozzeria è importante che sia ben supportata da una completa intelaiatura metallica che irrobustisce e, ci si augura che non possa mai succedere, in caso di incidente garantisce qualche probabilità in più di salvezza per il nostro prezioso trasportato.
Una certa attenzione è da porre anche all'occhione di aggancio osservando le differenze fra ivari tipi proposti. Da preferire sono quelli dotati di antifurto meccanico. Anche il sistema di ammortizzazione del carrello è argomento abbastanza dibattuto. Personalmente penso che il sistema più moderno sia quello a barre di torsione. Al contrario dei tradizionali ammortizzatori a olio che nel tempo si scaricano variando l'assetto del trailer, la barra di torsione mantiene nel tempo le proprie caratteristiche meccaniche di elasticità sempre inalterate e senza costi di manutenzione, con il vantaggio di garantire un minor rollio al carrello a beneficio del confort dei cavalli trasportati.
Sistemi di carico
Questo sì che è un bell'argomento, fonte di continue discussioni.
Rampa sì, rampa no, cavallo diritto, cavallo in diagonale, cavallo indietro cavallo rigidamente chiuso o lasciato il più possibile libero e in attesa del cavallo a gambe in su vediamo di ragionare al meglio senza la pretesa di imporre delle assolute verità.
Prima di tutto bisogna osservare che un cavallo maleducato è tale perché probabilmente è stato, anzi direi sicuramente, traumatizzato da puledro alla sua prima esperienza di viaggio.
Frettolosi operatori del settore, siano essi cavalieri, commercianti o allevatori, pur di spedire la “merce” non procedono con l'attenzione dovuta lasciando all'animale il tempo a lui necessario per imparare a salire senza timori. Le conseguenze si possono osservare durante il carico e lo scarico in un concorso ippico; cavalli che indietreggiano, affrettano o saltano quando passano sulla rampa richiedendo particolare attenzione e abilità di gestione all'operatore che li accompagna.
Un animale male addestrato aumenta i rischi d'incidente. Bisogna quindi porsi la domanda su cosa sia meglio per addestrare un cavallo a salire su un veicolo da trasporto che sicuramente non è per sua natura un ambiente tanto spazioso da non creare incertezze all'ingresso di un animale claustrofobico come il cavallo. A questo problema si aggiunge la difficoltà di superare la rampa che lo allontana dall'ingresso e che probabilmente dà al cavallo anche una sgradevole sensazione di vuoto o poca stabilità quando vi appoggia sopra gli arti.
A volte è scivoloso essendo in salita e bagnato dalla pioggia. Affermare quindi che la rampa è più sicura rispetto al sistema step-on mi pare azzardato e senza affermare il contrario rimane invece certa la maggior comodità e praticità dell'assenza del ponte.
Anche in questo caso gli americani che di cavalli se ne intendono, se non altro solo per il numero di soggetti presenti da loro, ci suggeriscono che non ci sono problemi per un cavallo che salta molto più di un metro ad alzare un arto e superare un gradino di 20/30 cm anziché passare sopra una rampa.
(foto 1- 2 e 3)
Come sopra detto, in particolare per i puledri da addestrare, è più facile che siano invogliati ad entrare in un ambiente sufficientemente spazioso mentre rimane secondario il problema del gradino d'ingresso; provare per credere.
In Italia, tradizionalmente abituati a vedere un solo tipo di trailer munito di rampa, non ne consideriamo le controindicazioni mentre rimaniamo scettici e ipercritici su altre innovative soluzioni. In conclusione rimane poi il fatto che rampa o non rampa, addestramento adeguato o no, il tutto è vanificato da un trasportatore incapace e con una guida sconsiderata. Vedere cavalli che scendono feriti, evidentemente affaticati o sudati in modo anomalo dopo il viaggio, è uno spettacolo poco edificante ed è il modo migliore per creare soggetti che poi creano problemi, e a ragione.
L'altro aspetto riguarda la posizione del cavallo nel trailer; la maggior parte sono caricati diritti, con la testa rivolta verso il senso di marcia. Non è il sistema perfetto in assoluto, anzi; in particolare le frenate comportano la probabilità che se troppo brusche costringano il cavallo a doversi aiutare con la barra di contenimento anteriore per mantenere l'equilibrio e a quella posteriore durante le accelerazioni.
Come noi umani su un autobus se siamo in piedi ci disponiamo non rivolti fronte marcia ma trasversalmente per aiutarci con le gambe a mantenere l'equilibrio, anche per gli animali su un veicolo vale lo stesso principio per cui devono potere allargare gli arti per seguire le fasi di frenata ed accelerazione.
Infatti per potere concedere al cavallo questa possibilità, in circolazione si vedono sempre più spesso trailer che hanno i cavalli posizionati diagonalmente rispetto al senso di marcia, comunemente detto carico alla francese. Questo sistema sui trailer dà alcuni altri vantaggi:
carrelli generalmente più grandi e possibilità di avere anche trailer che portano tre o quattro soggetti, dotabili più facilmente di sellerie sufficientemente ampie (foto 4 e 5) ma sopratutto eliminano le difficoltà di carico e scarico tipiche dei tradizionali carrelli a carico diritto.
Seppure il costo sia solitamente leggermente più elevato, se il bugget lo concede, vale la pena di prender in considerazione la possibilità dell' acquisto di un trailer di questo tipo.
Ivantaggi compensano e valgono la maggiore spesa.
Scelta del trailer
Un consiglio all'acquirente: ponete sempre più domande possibile al venditore chiedendo e facendovi spiegare al meglio come è costruito il trailer e i pregi dello stesso. Più informazioni avete, e non mi riferisco solo a quelle economiche, meglio riuscirete a fare la scelta più opportuna per le vostre esigenze.
Importante è valutare con attenzione i pesi del carrello in rapporto al valore di rimorchiabilità della vettura che traina. La domanda più frequente riguarda la possibilità di trasportare un carrello con il carico di due cavalli utilizzando solo la patente B.
Direi che salvo il trasporto di due Falabella, è quasi impossibile viaggiare nel limite dei 3500 kg. complessivi di legge senza incorrere in sanzioni se fermati dalla Polizia Stradale.
Inutile anche cercare di acquistare un trailer con un peso, la tara, molto basso; trasportare animali pesanti e forti come cavalli necessita di un veicolo molto robusto e questo è in contrasto con un veicolo eccessivamente leggero. La sicurezza è la cosa principale da tenere in considerazione e i rischi che si corrono a non adeguarsi alla normativa dotandosi dell'estensione E sulla patente di guida direi che è poco saggio.
Sul mercato oggi sono presenti un discreto numero di case costruttrici e commercianti che offrono varie soluzioni e proposte di prezzo. Siccome è risaputo nessuno regala nulla, penso che la ricerca della miglior qualità in rapporto al prezzo sia, come sempre d'altronde, il fattore più rilevante da tenere in considerazione nella scelta, però finalizzata sempre al benessere del cavallo e alla sicurezza che riteniamo possa dare per esso il veicolo acquistato.
Spendere un patrimonio per un cavallo e poi metterlo a “disagio” su un veicolo inadeguato è un evidente controsenso.
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Lucio Viola
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