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Donne a Piazza di Siena – Horse Power XIII Sport, moda, eleganza, colpi di scena e intrighi amorosi

L’ovale più bello del mondo dove hanno saltato le stelle più lucenti del salto ostacoli mondiale e le donne-personalità, responsabili tecniche, semplici spettatrici- che a questo concorso hanno regalato momenti indimenticabili

 

 “Un abito nuovo, i guanti, il cappello… Per accedere alla tribuna d’onore a piazza di Siena, erano di rigore”.Chi parla così è Elisabeth zu Stolberg, nata a Mannheim e sposata al Colonnello Paolo Angioni negli anni Sessanta. Tedesca doc, Elisabeth rappresenta lo spirito femminile di chi si accingeva per la prima volta a entrare nell’Olimpo incantato: la tribuna d’onore del Concorso ippico di Piazza di Siena. In mezzo al meraviglioso scenario di Villa Borghese a Roma, la tribuna è la finestra più ambita sull’ovale naturale, dove si svolge a fine maggio uno dei concorsi internazionali più seguiti al mondo. Fino dal lontano 1922 come concorso nazionale e più tardi nel 1926 come internazionale, oltre a ospitare cavalieri e amazzoni di rilievo, la tribuna d’onore di Roma è stata un ritrovo mondano, dove nobildonne, attrici e artiste si sono sfidate per decenni in una gara di moda ed eleganza. Un po’ come succede ad Ascot, dove la gara al cappello più originale o più bello continua a imperversare, concedendo a giornalisti e fotografi la possibilità di riempire pagine di riviste e di cronache televisive mondane e sportive. Purtroppo, questa tradizione, un tempo legata anche a Piazza di Siena sta un po’ morendo. L’eleganza, l’armonia e il buon gusto lasciano ormai il passo alla praticità, al business e all’appiattimento sociale, inteso non in termini di classe bensì di educazione.

 

Le origini

Piazza di Siena prende il nome dalla città di origine di una delle più antiche e nobili famiglie di Roma: i Principi Borghese. Fu pensata e fortemente voluta dal principe Marcantonio che, alla fine del Settecento, commissionò agli architetti Mario e Antonio Asprucci uno spazio nuovo, capace di rievocare i luoghi della memoria a lui cari.

Il suo grande desiderio, infatti, era quello di far rivivere, nella città di Roma, le atmosfere delle tradizionali feste popolari e dei palii che si svolgevano, sin dal Medioevo, nel senese. Il Principe però morì prima di riuscire a vedere realizzato il suo disegno. Piazza di Sienaesordisce come scenario di competizioni equestri nel 1922. Nel 1926 la FEI (Fédération Equestre Internationale)inserisce il Concorso romano nell’agenda internazionale e da allora ha inizio la numerazione ufficiale dello CSIO (Concours de Saut International Officiel)di Roma. Dopo due edizioni ospitate nell’Ippodromo di Villa Glori e una terza in quelli dei Parioli, con il 1929 il concorso ippico torna a Piazza di Siena, dove tuttora si svolge.

 

Amazzoni o cavaliere?

Prima della Seconda guerra mondiale c'erano veramente le signore che si chiamavano amazzoniperché montavano una sella speciale che consentiva loro di tenere le due gambe a sinistra del cavallo. Un tempo divaricare le cosce era considerato poco elegante o disdicevole. D'altra parte anche sulle prime Vespae Lambrettale donne trasportate dietro il guidatore sedevano con le gambe riunite a sinistra. Ma presto le migliori, per battere i maschi, presero a montare a cavalcioni, à califourchon, come si diceva. I nomi più noti:la contessa Alline Macchi di Cellere, poi sposa del maggiore Bruno Bruni; la  baronessa Nisco; la contessa Fanny Vialardi di Sandigliano. Occorre ricordare che, per decisione del Congresso della FEI dell'ottobre 1951, con undici voti favorevoli e nove contrari, le signore furono ammesse a partecipare al Gran Premio delle Nazioni dei concorsi internazionali ufficiali solo dal 1952. Tra i voti contrari ci fu quello dell'Italia. Dopo la guerra le amazzonidivennero tutte cavaliere.

 

Le donne che hanno fatto grande Piazza di Siena

Tra i nomi più famosi “in tribuna” ricordiamo Soraya, Grace Kelly e Paola Ruffo di Calabria, regina del Belgio; Anna Maria, moglie di Costantino di Grecia, figlia di Federico IX di Danimarca, la regina Elisabetta II e donna Ida, moglie del presidente della Repubblica Luigi Einaudi; donna Carla, moglie del presidente Giovanni Gronchi, donna Vittoria, moglie del presidente Giovanni Leone e Haya di Giordania, attuale presidentessa FEI (Fédération Équestre Internationale).

Tuttavia lo sport rimane comunque l’hardcoredi Piazza di Siena, trattandosidi uno fra i più importanti concorsi del panorama equestre internazionale, da sempre, amatissimo dai cavalieri e amazzoni italiani ma soprattutto dagli stranieri che vengono sempre volentieri a Roma. Facciamo una carrellata delle atlete più famose, quelle che hanno vinto o che hanno partecipato con successo e ci scusiamo in anticipo con tutte coloro che non citeremo.

Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta ricordiamo Natalie de Noailles, francese, sposa di Sandro Perrone, già proprietario de Il Messaggero, che vinse in squadra nel 1953. Giulia Serventi che, sempre in squadra, vinse per ben due volte, nel 1961 e nel 1968. Lalla Novo, anch’ella come membro della squadra italiana che vinse nel 1965 e nel 1966. E ancora, Francesca CarnarolieSandra Longoni, milanesi, Paola Piaggio, nata Antonelli (figlia del famoso generale Giacomo Antonelli, gran cavaliere e gran signore, allievo diretto di Caprilli) e vedova del tenente colonnello Bechi Luserna, ucciso il 10 settembre 1943, medaglia d'oro al valore militare e Nelly Pasotti, vedova di Graziano Mancinelli. Degli ultimi decenni meritano una citazione Meridith Michael Beerbaum, cognata del grande Ludger, Giulia Martinengo Marquet, moglie di Stefano Cesaretto, Alessia Marioni, Jonella Ligrestie Manuela Bedini, unica donna campione d’Italia nel 1994. Nell'Albo d'oro le presenze più rilevanti di donne in una squadra vincitrice (3 su 4) le troviamo nel 2000 con la Svezia: insieme a Peter Eriksson, infatti vincono la Coppa delle NazioniHelena Lundback, Charlot Bjoree Lisen Bratt, che primeggia quell'anno anche nel Gran Premio Roma, e nel 2009, con la squadra USA. Insieme a Richard Spooner, salgono sul podio Ashlee Bond, Laura Kraute Lauren Hough.

Infine, nella lista delle “ladies” vincitrici del GP Roma, è doveroso ricordare l’americana Anne Kursinsky(1983) in sella a Livius, l’austriaca Vicky Roycroft(1987) in sella ad Apache, la tedesca Helene Weinberg(1988) in sella al focoso Just Malone, l’americana Margie Goldstein Engle(1997) in sella a Hidden Creek’s Laurel e la francese Eugénie Angotin sella a Cigale du Tallis (2004).



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