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Cina, tre milioni di animali fra cui cani, procioni e volpi scuoiati vivi per le pellicce.

L’inchiesta degli attivisti. "Firmiamo per dire basta."

Per accaparrarsi la pelliccia gli addetti inseriscono una barra metallica nella bocca dell'animale e un'altra nell'ano. Poi queste barre vengono collegate a una batteria di auto. Le scariche elettriche paralizzano le bestiole, ma non le ammazzano. Solo adesso vengono scuoiate vive.

 

L'obiettivo di questa pratica barbara? Mantenere il pelo più intatto possibile. Così in Cina vengono prodotte le pellicce che potremmo trovare anche su alcuni cappotti comprati in Italia.

 

Lo testimonia l'investigazione fatta nella regione dello Shandong dagli attivisti di Animal Equality, che hanno filmato le condizioni di vita delle volpi e dei cani procione negli allevamenti della zona.

 

Lo scopo dell'inchiesta è chiaro: non solo sensibilizzare chi acquista (a volte senza saperlo) queste pellicce, ma anche le case di moda che le usano.

 

Secondo i dati diffusi dall'organizzazione, sono circa un milione e mezzo i cani e altrettante le volpi ammazzate in Cina ogni anno per l'industria della pelliccia. Solo nella regione di Shandong si stima che vengano uccisi un milione di animali tra volpi e cani procioni.

 

"Queste pellicce vengono mandate nei paesi di tutto il mondo – spiega Matteo Cupi, presidente di Animal Equality, al 'Corriere della Sera' -. Si possono trovare sui capi disponibili in tantissimi negozi d'abbigliamento. Le persone non sono nemmeno a conoscenza che parte di questi vestiti sono fatti con cani procioni, animali strettamente imparentati ai cani domestici".

 

Gli attivisti dell'associazione animalista hanno passato tre settimane osservando come i cani procione e le volpi vengono trattati negli allevamenti.

 

"Presentandosi come possibili acquirenti, hanno avuto il permesso di filmare senza limitazioni. Quello che hanno scoperto è testimoniato nel video: gli animali vengono ammassati in gabbie piccolissime, dove riescono a malapena a muoversi. Quelli feriti vengono lasciati morire senza cure.

 

Lo stress e la sofferenza li porta ad ammalarsi, non solo fisicamente. Molti manifestano gravi problemi mentali, arrivano addirittura a mangiarsi tra di loro a causa del sovraffollamento".

 

Dietro ogni pelliccia, insomma, c'è un mondo a tinte fosche, troppo fosche.

 

"Sono molte le aziende che commercializzano anche in Italia capi di abbigliamento aventi inseriti realizzati con queste pellicce provenienti dalla Cina – rivela Animal Equality -. Leggendo le etichette è però difficile capirlo. Anche se i cani procione sono canidi, proprio come i cani domestici, le normative prevedono di poterli etichettare come 'procione asiatico', 'procione' o 'murmasky' che di fatto non corrispondono neanche a esatti nomi scientifici, senza necessariamente specificarne la provenienza, per cui i consumatori sono generalmente ignari del fatto che stanno acquistando pelliccia di canidi". 

 

"Per fermare tutto questo lanceremo una campagna e una petizione attraverso il sito BastaModaCrudele.org – sostengono gli attivisti – indirizzata ai maggiori stilisti e alle aziende coinvolte per esortarli a prendere una posizione chiara su questi fatti e a considerare di cessare la vendita di capi in pelliccia".

 

 

Impegnati adesso! Firma anche tu la petizione BASTA MODA CRUDELE, la campagna per una moda senza crudeltà.

 

Vai sul sito bastamodacrudele.org per firmare la petizione

 

 

 

 

www.nelcuore.org
Federazione Italiana Associazioni diritti animali e ambiente


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