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Tutti gli articoli qui presenti sono stati pubblicati in oltre un ventennio e fino al 1 Giugno 2020

Il Lavoro alla Corda, capitolo 2: La Tecnica

Seconda parte del manuale di Leopoldo Testa
oggi Vice Questore Vicario di Mantova con un passato
alla direzione della Squadra Mobile di Cagliari e del
Centro di Coordinamento dei servizi a cavallo
della Polizia di Stato.

Si ritiene inefficace, ai fini dell’addestramento, far girare il cavallo alla corda con la sola capezza in quanto non si ottiene condizionamento o impegno che possa produrre un risultato. Tuttalpiù tale esercizio può servire con un cavallo che è fermo da un lungo periodo che si “sgranchirà” così gli arti. Se utilizziamo la sola capezza, la longia non deve essere mai attaccata all’anello centrale, in quanto, ruotando, i montanti della capezza potrebbero andare a sfregare sulle orbite.


Spesso, vi sarà capitato di vedere che la longia viene agganciata o direttamente all’anello interno dell’imboccatura o, passandoci all’interno e poi dal sovracapo, all’anello esterno. Ritengo che il primo metodo di aggancio sia meno corretto in quanto l’imboccatura viene così trazionata da una sola parte e il cavallo è portato a inclinare la testa di lato.

Con questi due sistemi di aggancio, a differenza di altri, il cannone snodato del filetto non si piegherà verso l’alto provocando il cd. effetto “Schiaccianoci” sulle barre e la lingua.


Si inizierà il lavoro sistemando la bardatura e la longia al centro del circolo di lavoro e non sulla pista.

 

Si inizia il lavoro al passo, con il cavallo nella massima libertà e, convenzionalmente, a mano sinistra. Infatti, la maggior parte dei cavalli, ma soprattutto i puledri, naturalmente, tendono a flettersi di più sul lato sinistro o, comunque, gradiscono meno il lavoro ad una mano, solitamente la destra. Il tempo e l’esercizio risolveranno, comunque, la maggior parte dei problemi.


L’addestratore, da terra, deve far girare il cavallo in un circolo, di cui è il centro e potrà farlo, se in un tondino, solo con l’aiuto della voce, della propria posizione e della frusta se, invece, in un campo o in un maneggio con l’utilizzo della longe.


L’utilizzo della longia, nel primo caso, è altresì condizionato dal livello di accettazione e di addestramento del cavallo.

La longe deve essere lasciata scorrere con la stessa mano del senso a cui gira il cavallo. Nell’altra verranno tenuti i giri di avanzo della longe e la frusta, in quest’ultima mano verrà tenuta anche l’asola
iniziale della corda. Non è scorretto far scorrere e tenere la rimanenza della longe con la stessa mano, in caso di cavalli più esperti. In tal caso, la frusta verrà tenuta sempre con l’altra mano.

 

La linea che dal gomito dell’addestratore va alla mano e dal pollice arriva al naso del cavallo deve essere retta e la longe girerà nel senso e con il cavallo. E’ formalmente scorretto, controproducente e molto sgradevole da vedere, l’addestratore che tiene la corda nella mano sbagliata ed opposta, cioè che fa scorrere, con il cavallo che gira a mano sinistra, la corda dalla mano destra e viceversa.
Quasi quanto vedere un addestratore che gira il cavallo, restando fermo al centro del circolo, e fa girare la longe con il braccio alto sopra la testa o mentre con una mano tiene la sigaretta o il telefonino!!!

 

L’addestratore dovrà gradualmente allontanarsi dal cavallo che gira accompagnandolo e spingendolo ad avanzare con la frusta sulla traiettoria del circolo. Per fare questo dovrà pressoché girare su un cerchio interno, molto più piccolo di quello disegnato dal cavallo, tenendosi leggermente dietro all’animale. Il cavallo deve guardare ed essere flesso, naturalmente, all’interno.


Il lavoro alla corda deve essere effettuato necessariamente e in modo eguale ad entrambe le mani. L’addestratore non tirerà continuamente la longia per tenere il cavallo sulla traiettoria bensì si limiterà a tenere il contatto quando il cavallo la segue e avanza con impulso.
Per farlo avanzare l’addestratore dovrà avvicinarsi con la frusta dietro la groppa od ai garretti, mentre, per farlo tornare sulla traiettoria, se si avvicina al centro, dovrà portarla verso la spalla. La frusta portata davanti alla testa del cavallo, lo inviterà all’arresto. Nei soggetti più giovani, per evitare di intimorirli, la frusta potrà essere impugnata verticalmente senza puntarla verso il cavallo che così si fermerà correttamente, piazzato e non verrà autonomamente al centro.


La frusta verrà utilizzata anche per effettuare cambiamenti di mano (in assenza di longia), di andatura, transizioni, per richiamare il cavallo ad una maggiore attenzione ma, in tutti i casi, l’azione sarà preceduta o accompagnata dalla voce dell’addestratore e dalle variazioni della sua posizione.

 

Bisogna sempre evitare che il cavallo si distragga, distogliendo lo sguardo e girando la testa all’esterno o che tenti di spostarsi verso l’interno spostando il peso sulla spalla interna.

Per insegnare al cavallo il cambiamento di mano è sempre preferibile far effettuare l’altciare il lavoro al galoppo partendo da un trotto attivo.

 

Dovremo chiedere subito al cavallo di rompere al galoppo giusto e cominceremo con tre/quattro circoli per mano alternati da frequenti transizioni al trotto.
Le prime volte che lavoriamo alla corda un cavallo o che utilizziamo abbassatesta, redini fisse od altri sussidi bastano anche 10/20 minuti.
Un lavoro ottimale non dovrà mai durare oltre i 40 minuti e sarà nostra accortezza richiedere il maggior impegno della schiena negli ultimi 10/15 minuti.

Una variante del lavoro alla corda è il lavoro alle redini lunghe che consente di completare l’addestramento del cavallo ma richiede grandissima sensibilità dell’addestratore ed esperienza. Esistono diversi metodi di addestramento con le redini lunghe tra cui l’inglese, quello della Scuola Spagnola, il Maulèon, con l’Addestratore dietro il cavallo, con le redini che inquadrano le anche, o con l’Addestratore dietro sul lato, accanto all’anca interna.

 

Per girare il cavallo, agganceremo una longia all’anello interno dell’imboccatura e terremo i giri di avanzo con la mano interna, quella
esterna, dall’anello esterno, verrà fatta passare longitudinalmente di fianco al cavallo poi sopra i garretti fino ad arrivare all’altra mano dell’addestratore.
Con il fascione, le due longie potranno essere fatte passare negli anelli laterali.

L’addestratore fa lavorare così il cavallo tra le due mani e con la frusta chiede l’impulso. Così sarà possibile creare un binomio anche nell’addestramento a terra, e, anche se il rapporto è meno “sentito” direttamente, ci consentirà di progredire e sviluppare l’insieme. Più riusciremo a rendere simile al movimento naturale il movimento indotto e più riusciremo ad ottenere risultati positivi.

 


NEI PROSSIMI GIORNI PUBBLICHEREMO:

– Esercizi su barriere e al salto

– Cosa non bisogna mai fare

 


LEGGI ANCHE GLI ARTICOLI PRECEDENTI:

– Introduzione

– Materiali ed Equipaggiamenti

 

Tratto da I Quaderni di SEF Italia
"Il Lavoro alla Corda"


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