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Il Lavoro alla Corda, capitolo 1: Materiali ed equipaggiamenti

Prima parte del manuale di Leopoldo Testa
oggi Vice Questore Vicario di Mantova con un passato
alla direzione della Squadra Mobile di Cagliari e del
Centro di Coordinamento dei servizi a cavallo
della Polizia di Stato.

1. CORDA: comunemente longia, dal termine francese “longe”, in tessuto di cotone tubolare
o piatto, lunga 7/8 mt., con asola iniziale, listelli in cuoio, per una migliore presa e posti ogni metro, e con terminale in cuoio che contiene moschettone da connettere all’anello del capezzone o agli anelli del filetto; da non usare mai corde troppo sottili o di nylon. Una evoluzione del lavoro alla corda è, come vedremo, il lavoro alle redini lunghe o “guide” che richiede però ulteriore preparazione ed esperienza.

2. FRUSTONE: o frusta lunga che consenta di toccare con la parte terminale (sverzino) il posteriore interno del cavallo in circolo; manico lungo cm.150 e corda cm.220; molto comode per il trasporto, le fruste scomponibili in due parti.

3. CAPEZZONE: deve essere aderente tanto da non spostarsi; non deve incastrarsi sull’imboccatura, ne andare a spingere sulle orbite, la longia si aggancia all’apposito anello; i due anelli laterali vanno usati solo per agganciare le redini fisse o elastiche.
(Vedi fotografia.)

4. TESTIERA ed IMBOCCATURA: è sufficiente l’utilizzo della testiera senza capezzina o redini; se il cavallo deve essere montato, si potranno utilizzare la testiera completa e le redini dovranno essere fissate alla sella od al collo, attorcigliandole e passandovi all’interno il sottogola; la longia non deve essere mai attaccata direttamente all’imboccatura da un lato.


5. FASCIONE: del tipo da lavoro con anelli per redini fisse o per il passaggio redini lunghe o “Guide” a diverse altezze. E’ consigliabile utilizzare una copertina od una imbottitura sotto il fascione per evitare lo sfregamento o la pressione diretta sul garrese. Sono disponibili fascioni particolari (tipo Pessoa o tipo spagnolo come in foto) ma vanno utilizzati solo da esperti e con metodo.

6. CHAMBON e GOGUE: la loro funzione è di far assumere al cavallo una posizione che consenta di ginnasticare la schiena, favorendo l’impegno del posteriore al fine di aumentare l’equilibrio e l’impulso. Lo chambon è sicuramente più adatto a tutti i cavalli, di facile utilizzo e risponde pienamente ai criteri del Metodo Naturale di Addestramento. Particolarmente indicato per la preparazione dei giovani cavalli e di quelli che devono riprendere il lavoro dopo un lungo periodo di inattività o dai toni muscolari rilassati o deboli. L’azione principale è sulla nuca del cavallo e più lieve sulla bocca, in quanto agisce solo sulle commessure labiali e non sulle barre, induce l’animale ad abbassare la testa, incurvando il collo e alzando la schiena, aumentando la masticazione e la salivazione. Se il cavallo non viene lavorato correttamente può portarsi sugli anteriori. La gogue è un sistema triangolare deformabile; sicuramente più adatto a cavalli già addestrati. La redine gogue viene detta anche “conformatrice”. Favorisce l’appoggio del cavallo sull’imboccatura ed a differenza dello chambon può essere utilizzato con il cavallo montato. Per tale impiego, esistono due varianti la gogue “fissa” o “indipendente” e quella “comandata” o “dipendente”. La gogue comandata è una variante di quella fissa; ai terminali della corda muniti di moschettoni vengono agganciate un paio di redini aggiuntive munite di appositi anelli. Deve essere montata anche con le redini dell’imboccatura. E’ importante che l’azione sulle redini della gogue termini quando l’incollatura assume la corretta posizione, con la fronte perpendicolare al suolo e il cavallo si è riunito. Cedendo entrambe le redini il cavallo potrà distendere l’incollatura, venendo meno l’azione della gogue. Per tale motivo si consiglia l’utilizzo solo da parte di cavalieri dalla mano sensibile.


7. REDINI FISSE, REDINI DI LAUFFER e FILLIS: le redini fisse sono solitamente lisce di cuoio, possono presentare degli anelli intermedi elastici, e vengono assicurate da un lato al fascione od al sottopancia, sempre alla stessa altezza, sui due fianchi del cavallo, ed all’altra estremità, munita di moschettone, all’imboccatura. Consentono al cavallo di raggiungere prima il contatto, abbassando l’incollatura e flettendo la nuca, in particolare con la redine esterna, e di impegnare i posteriori. Non è consigliabile ne producente lavorare con le redini fisse al passo. Fissiamole prima solo al fascione, od al sottopancia, e agganciamo l’estremità libera o agli anelli alti del fascione od alla sella. Riscaldato il cavallo proseguiremo il lavoro al trotto agganciandole all’imboccatura. Le redini di Lauffer vengono agganciate agli anelli medio e basso del fascione passando, in fase intermedia, dall’imboccatura. Consentono l’oscillazione verticale della testa e favoriscono il contatto. Le redini Fillis, vanno, invece, agganciate all’anello basso del fascione o al sottopancia, passano dagli anelli dell’imboccatura poi fra gli
anteriori del cavallo e l’asola va inserita nel fascione o nel sottopancia. La redine interna nel lavoro in circolo dovrà essere leggermente più corta.

E’ consigliabile utilizzare detti aiuti con metodo e, almeno fino a quando non abbiamo acquisito perfetta padronanza dello strumento, utilizzarle solo quando siamo supportati da un Istruttore o da un serio esperto che sappia correggerci e consigliarci.

8. SELLA: impiegata se il cavallo deve essere montato dopo il lavoro alla corda o se si tratta della doma del puledro per abituarlo a portarla nella giusta fase dell’addestramento. In ogni caso dovremo assicurare saldamente le staffe alla sella per mezzo degli staffili per impedirgli di oscillare e sbattere sui quartieri. (Vedi foto.)

9. PROTEZIONI: stinchiere anteriori e posteriori o paranocche posteriori, i paraglomi sono necessari solo se il cavallo si “raggiunge” o nell’addestramento al salto.

10. STRUTTURA e FONDO: soprattutto nelle fasi della doma ed iniziali dell’addestramento è consigliabile che il lavoro avvenga in un tondino delimitato con pareti alte almeno 2 mt. e diametro superiore ai mt. 12,50, che consenta di girare il cavallo nella corretta flessione laterale del dorso. E’ possibile ricavare un tondino temporaneo, su idoneo fondo, con dei picchetti, anche del tipo utilizzato per i recinti elettrici, e del nastro o con delle balle di paglia. Il fondo deve essere ben livellato, non scivoloso, ne pesante, ne duro; nei tondini è importante la manutenzione che non consenta la creazione del tipico “solco” sulla traiettoria.

11. EQUIPAGGIAMENTO ADDESTRATORE: sempre necessari i guanti, consigliabile il casco di protezione e l’utilizzo di scarpe antinfortunistiche, se, subito dopo, non si deve montare


NEI PROSSIMI GIORNI PUBBLICHEREMO:

– La Tecnica

– Esercizi su barriere e al salto

– Cosa non bisogna mai fare

 


LEGGI ANCHE GLI ARTICOLI PRECEDENTI:

– Introduzione

Tratto da I Quaderni di SEF Italia
"Il Lavoro alla Corda"


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