In Italia si parla di crisi da più di vent’anni, sin dai tempi del socialismo, ma ancora oggi questo tema è attuale, come fosse una moda mai trapassata.
Come gli scioperi del venerdì, puntuali e regolari ormai inseriti nel calendario ufficiale dei non lavoratori!!! Ma se oggi viviamo la crisi più importante di tutti i tempi, cos’era allora quella del passato? Non era una crisi? E quella di domani cosa sarà?
Questo è un argomento piuttosto delicato; la mancanza di lavoro, di occupazione sono dei problemi davvero irreparabili o la disoccupazione nasce piuttosto da un disinteresse e da una ricerca inadeguata del lavoro?
Molto spesso la risposta la si vuole ignorare senza andare realmente a scavare le problematiche di questo fenomeno. Di certo si tratta di una situazione globale che non interessa solo l’Italia. Uno dei fattori principali e comune a tutti i paesi dell’Unione Europea, è stato l’introduzione della moneta unica europea, che ha contribuito ad aggravare le problematiche economiche già esistenti.
Si parla tanto di disoccupazione, di licenziamenti, fallimenti di società e persino di suicidi di massa, ma qual’é il reale problema? Manca davvero il lavoro? Forse quello che manca è l’abilità nel sapersi adattare ai nuovi contesti mettendosi in gioco e mettendo da parte ogni aspirazione e ogni ambizione. Il problema di fondo sta nel reale interesse degli individui a voler cercare un occupazione che possa loro offrire una soluzione.
Questa fase che sta attraversando l’economia italiana non lascia spazio ai sogni, ma solo a speranze di un futuro migliore. Per poter condurre una vita normale bisogna prendere ciò che viene, ad esempio un laureato che ha studiato per raggiungere degli obiettivi, una volta concluso il suo percorso si ritrova davanti una triplice alternativa: 1 abbandonare l’Italia, 2 rimanere nella schiera dei disoccupati, lamentandosi della sua situazione, 3 rimboccarsi le maniche, mettendo da parte la sua qualifica, per contribuire alle finanze familiari. Ed è questa terza opzione che rappresenta la miglior soluzione per poter affrontare positivamente e in maniera proficua la realtà.
Siete certi di aver sondato ogni possibile ambito lavorativo esistente? Esistono diversi mondi inesplorati dove la richiesta di risorse è forte, dove sarebbe possibile apprendere nuove tecniche e processi lavorativi ben retribuiti. Uno di questi è senza dubbio il settore del Polo, il quale presenta un grande bisogno di figure qualificate e non, disposte ad imparare un nuovo mestiere, per esempio il grooming. Cosa s’intende per grooming? Il groom di cavalli da polo è la persona che si occupa della cura, della gestione e dell’allenamento del quadrupede.
La mancanza di questa forza lavoro in Italia fa si che i Polo Clubs continuino a rivolgersi al mercato argentino con i conseguenti svantaggi: aumento dei costi per i patrons (proprietari dei cavalli), perdita di uno stipendio per un lavoratore italiano e aumento dei prezzi nei Polo Clubs che a sua volta costituisce una grande barriera per chi vuole avvicinarsi a questo sport.
Per fortuna non è tutto così grigio grazie al progetto che è stato lanciato cinque anni fa dalla FEDERAZIONE POLO ITALIANA in collaborazione con VLADI POLO Industria. Un progetto denominato POLO MADE IN ITALY che ha come obiettivo quello di far conoscere questo mondo a tutti, nessuno escluso e di formare nuove risorse umane per l’industria del Polo. Infatti sono state istituite diverse convenzioni con molte università italiane, come la Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Luis Business School, Rome International School, Accademia di belle arti, etc. Il progetto inizialmente ha preso piede nell’area della Comunicazione, del Marketing e del Management per l’Organizzazione di eventi. Nel programma del 2015 è stata aggiunta una nuova materia: il grooming, con l’obiettivo di rendere grande il Polo in Italia a partire dalla costituzione delle proprie risorse qualificate in ogni ambito della disciplina.
Ed è per questo che chiunque fosse interessato davvero a lavorare può rivolgersi a VLADI Academy per seguire il corso specialistico nell’attività di grooming avendo la certezza di guadagnare fin da subito.
Infatti uno dei propositi è concepire il Polo come un business capace di realizzare nuovi progetti che coinvolgono tutti i settori dell’attività produttiva dell’Italia.
Tornando alla domanda iniziale se davvero manca il lavoro, adesso possiamo dare una risposta. La crisi, di certo, non è un fenomeno inesistente, non deve e non può però essere utilizzata come una scusa al problema della disoccupazione. Sta ad ognuno di noi l’ardua impresa di far conciliare gli interessi personali con le esigenze del mercato perché in fondo i detti hanno sempre una base di verità: chi cerca trova!
Per tutti coloro che sono interessati al fantastico mondo del Polo visitate il sito ufficiale della FEDERAZIONE POLO ITALIANA:
Simona Santangelo
FEDERAZIONE POLO ITALIANA
www.federazione-polo.it
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