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Uomini o donne, chi è meglio per il cavallo?

Saper valutare le differenze fisiche e psicologiche tra i due sessi potrà aiutare a migliorare.

Articolo di massimo Garavini.

La storia dell’equitazione è principalmente storia di uomini a cavallo. Gli uomini e i cavalli andavano in guerra, coltivavano i campi, insieme trasportavano merci, consegnavano missive, radunavano le mandrie: il centauro è metà uomo e metà cavallo. Il più delle volte le donne stavano a guardare. Se facciamo mente locale, gli esempi di donne a cavallo che ci affiorano alla mente, tramandati da storia e mitologia, sono pochi: Giovanna D’Arco, Lady Godiva, la Principessa Sissi, le Amazzoni e le Valkirie.

 

Dopo la seconda guerra mondiale, profondi cambiamenti hanno sconvolto il mondo. Il cavallo non costituisce più il mezzo determinante, né in guerra, né nel lavoro, e le donne, non gli uomini, ora costituiscono la maggioranza degli appassionati che praticano l’equitazione per sport o per divertimento.

 

Le donne erano escluse anche dai giochi equestri che di fatto servivano come allenamento alla guerra: il polo e gli altri giochi orientali, il dressage, le cui figure altro non sono che l’evoluzione delle arie che i cavalli dovevano eseguire alla perfezione per sferrare o schivare colpi, il completo, che in alcuni paesi viene ancora chiamato “Military”, era usato per selezionare il cavallo d’arme; e le donne stavano a guardare. Ora non più!

 

Uomini e donne competono ad armi pari anche alle Olimpiadi e nei Campionati del mondo e, a giudicare dalle classifiche degli ultimi appuntamenti di vertice, stanno prendendo il sopravvento. Vi sono donne fantino, allenatori donne, allevatori, maniscalchi, fisioterapisti, driver al femminile, ma non distinguere e riconoscere differenze tra il rapporto uomo/cavallo e donna/cavallo, sarebbe assurdo. Uomini e donne non sono uguali, né a piedi né in sella. Anatomicamente, psicologicamente, e a livello culturale ci troviamo di fronte a notevoli differenze. Esploriamo come le diverse caratteristiche fisiche ed emozionali possono aiutare o ostacolare il successo nelle varie discipline. 

 

L'aspetto mentale

 

Indipendentemente dalla loro taglia, forza fisica, personalità, uomini e donne tendono a relazionarsi in modo diverso, come risultato di pulsioni biologiche e di pressioni culturali e sociali. Gli uomini danno grande importanza alla competizione e tendono sempre ad affermarsi, mentre le donne, oltre all’aspetto sportivo, tendono a enfatizzare l’educazione e l’intesa affettiva. Scopo comune sarà quello di ottenere il controllo del cavallo, ma mentre gli uomini lo ricercano imponendo dominio, le donne tenderanno a influenzarlo con la pazienza. Soprattutto per questo le donne sono le benvenute praticamente in ogni specialità degli sport equestri; molti allenatori di Purosangue di tutto il mondo ormai riconoscono i benefici dell’approccio al femminile per domare e addestrare i puledri. Di contro le ragazze pos- sono avere un grosso limite con soggetti che richiedono maggior disciplina. È comunque il cavallo stesso che, da una parte con la sua mole e potenza e dall’altra con la sua sensibilità e reattività, sarà il maggior mediatore nella crescita dell’uomo e della donna di cavalli. In fin dei conti ogni uomo dovrà cercare e accettare la sua componente femminile e ogni donna dovrà fare lo stesso con la sua parte maschile.

 

L'aspetto fisico

 

Una donna non può montare come un uomo perché non è costruita allo stesso modo e le principali differenze riguardano proprio quelle parti anatomiche il cui corretto posizionamento e coordinamento sono fondamentali per il ben montare. Diversi problemi, differente forza, diversi vantaggi. Anche qui dobbiamo tener presente che le tecniche di istruzione erano riservate ai militari e, di conseguenza, a uomini. È fondamentale che istruttori e cavalieri conoscano le differenze tra i due sessi, per capire come parti importanti funzionino in modo diverso. Le donne devono poter partorire bambini che, rispetto alle altre specie animali, hanno una testa enorme; di conseguenza il canale pelvico, formato dall’anello delle ossa del bacino, condiziona la forma del bacino stesso che è più largo e profondo. In equitazione questo procura un vantaggio abbassando il baricentro e rendendo le donne più stabili.

 

Ma questo vantaggio si annulla quando viene richiesto di rimanere seduti, assecondando i movimenti del cavallo. Gli ischi formano la parte più bassa del bacino umano e tutti, quale sia la disciplina alla quale ci dedichiamo, dobbiamo sedervici sopra. Questi nell’uomo sono completamente diversi da quelli femminili e ciò comporta posture e abitudini completamente diverse. Nelle donne è automatico inarcare le reni, atteggiamento di antiversione. Per la sua conformazione l’uomoè più predisposto a ruotare le reni, atteggiamento di retroversione, sedendosi sul coccige. Gli ischi di un uomo sono praticamente paralleli e possono ruotare liberamente in avanti e indietro; quelli della donna sono più lunghi e divergono in modo molto accentuato resistendo alla rotazione, specie in avanti. L’asse pelvico dell’uomo passa inoltre circa al centro degli ischi, favorendo la rotazione, mentre quello della donna passa davanti favorendo così l’atteggiamento di antiversione.

 

La correzione tradizionale per un uomo è quella di invitarlo a spingere la pancia in avanti e questo è sufficiente a far ruotare gli ischi. Chiedere la stessa cosa a una donna può essere addirittura controproducente, perché provoca una ipertensione della sua regione lombare, con conseguente compressione di alcuni dischi vertebrali. È impossibile montare bene e naturalmente, senza una buona posizione, cioè ben disponendo la colonna vertebrale sulle pelvi e sul sacro. Per seguire il movimento del cavallo, il bacino del cavaliere deve poter attraversare a tutto raggio il movimento, dalla flessione all’estensione.

 

Prendiamo in considerazione ora il sacro, osso triangolare formato dalla fusione di 5 vertebre e che funziona come un ponte, un’architrave che unisce le vertebre lombari alla pelvi e alle gambe. Il sacro è formato e articolato in modo diverso nei due sessi. Nell’uomo è più lungo e verticale e impegna il canale pelvico. È così possibile per gli uomini ruotare il sacro e sedersi sul coccige assumendo la posizione retroversa, mentre questo movimento è più difficile per una donna.

 

È a causa di questa articolazione (sacro-iliaca) così strutturata che nella donna la curvatura nella regione lombare è più accentuata. In una donna naturalmente seduta in sella, gli acetaboli cadono praticamente sotto la colonna vertebrale. Per gravità questa oscillerà in avanti accentuando ancor più la curvatura della schiena. Invece nell’uomo gli acetaboli sono sempre davanti alla colonna e se un uomo seduto in sella rilassa i muscoli dorsali, la sua pelvi ruoterà indietro, la forza di gravità farà abbassare il suo coccige e il suo pube si alzerà. Altro elemento di cui dovremo tener conto è di come la testa del femore alloggia nell’acetabolo, del suo orientamento e dall’angolo formato dal collo del femore. Nell’uomo la faccia dell’acetabolo è orientata in avanti e questo rende più facile tenere le ginocchia aderenti al quartiere della sella senza dover stringere, tenendo nel contempo le piante dei piedi rivolte in avanti e in fuori. Per ottenere lo stesso risultato le donne devono agire con gli adduttori, ma questo comporta una riduzione di movimento e un irrigidimento.

 

Un’altra differenza è l’angolo col quale il femore discende dalla pelvi, che è influenzato dall’angolo che il collo dello stesso forma con il corpo femorale. Le donne tendono ad avere una forma a clessidra delle gambe e del polpaccio perché i loro femori sono inclinati verso l’interno dalle anche alle ginocchia. Inoltre il polpaccio non è allineato sotto il ginocchio, ma è orientato in fuori e questo condiziona la posizione dalla caviglia ai piedi.

 

Per ottenere un assetto migliore ed efficace, conoscere le differenze di costituzione tra uomo e donna è fondamentale.

Testo Massimo Garavini
Foto di P. Biroldi e B.Scudo


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