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Le nuove vie occitane dell’Engea

Abbiamo sulle nostre montagne un patrimonio invidiabile e abbastanza negletto che nella prospettiva di un turismo "sostenibile", meriterebbe sicuramente di essere curato e valorizzato.
Si tratta di un reticolo di strade, mulattiere e sentieri militari dimessi – con un supplemento di forti e fortini – che dà accesso a paesaggi di una varietà, di una vastità e di una bellezza incomparabili. Oggi, in tempo di pace e benessere economico, sono l'evidenza contropartita agli orrori delle guerre a cui erano destinati e alle miserie delle migrazioni forzose.
Si possono percorrere a piedi ed in bici, ma per chi ama andare a piedi in montagna e sa stare anche in sella, percorrerle a cavallo è ancora un'altra cosa.
E bisogna vederli, provarli mentre si arrampicano su per i ghiaioni con l'agilità e la sicurezza di caprette e tutta la potenza della loro specie. Condividere con un cavallo la determinazione, la fatica e l'esaltazione di una escursione in montagna è una esperienza che vale la pena di provare.
Ma se uno non ha un cavallo? Niente paura: c'è chi i cavalli ce li ha e li mette volentieri a disposizionee, insieme con la competenza e la passione per l'equitazione alpina, mette a disposizione la conoscenza e l'amore per le nostre montagne. Il Centro Equestre "
LA CANUNIA" di Lurisia con la collaborazione del G.E.E.M di Rocca de' Baldi e dell'Associazione Alpi e Parchi, tutte entita' affiliate all'ENTE NAZIONALE GUIDE EQUESTRI AMBIENTALI, per esempio che organizza escursioni di piu' giorni a cavallo in montagna. Trekking, li chiamano anche se in origine voleva dire spostarsi su carri tirati da buoi… Orbene, un trekking in montagna per essere una bella esperienza, deve essere organizzato bene nei modi e nei tempi giusti completo di guida e appoggio logistico. Sennò rischia di trasformarsi in una rischiosa avventura di sprovveduti.

In altre parole bisogna pensare all'itinerario alla sua lunghezza e alle sue difficoltà, scandirlo in soste e tappe, studiare i punti di approvvigionamento viveri ed acqua per cavalli e cavalieri e per questi ultimi pensare anche dove attaccarli.
Al cavaliere-amazzone è richiesto un bagaglio minimo fatto di scarponi (le ghette le forniscono loro), un cambio di biancheria, un impermeabile, oltre naturalmente una quota che è ridotta per chi si porta dietro il proprio cavallo.

In sella all'avelignese Lora corredata di bisaccia a due tasche, una contenente il suo pasto, l'altra bagaglio cibo ed acqua per me, con altri otto compagni venuti da Genova, Alassio, Lecco, Montecarlo, Sondrio, in fila indiana, guide equestri in testa (Bruno Ferraris) e in cosa (Francesco Palermo), ho sperimentato quest'anno uno di questi trekking: una carovana d'altura che attraverso le testate delle valli occitane gesso, Stura, Grana, Maira, ci ha portati in quattro giorni alle terme di Valdieri alle sorgenti del maira a Saretto. In media sei ore di marcia al giorno con pausa per il pranzo vicino all'acqua e tappe notturne in albergo a Isola 2000, Bagni di Vinadio e Rifugio Gardetta. L'itinerario è in gran parte sui 2000 metri e per passare in valle bisogna scendere e salire – redini alla mano – più di una volta.

Druos, Lombarda, Bravaria, Ancocia, Gardetta, i Ciarbonet, i passi di attraversamento, come sipari che aprono nuovi orizzonti di torreggianti meraviglie. Per quattro giorni strade e sentieri e poi ancora strade e sentieri – i più curati nel comune di Sambuco meritano un plauso per gli Amministratori – ci portano per pascoli e pendìi, laghi e torbiere, boschi e radure, gole, spumeggiare di torrenti, sfasciumi, pietraie e ancora pascoli ed il silenzio caldo della montagna di fine estate e il silenzio incantato delle notti e il cielo più vicino. Insomma una riserva d'immagini e sensazioni che fanno bene al cuore ed elevano lo spirito, anzi lo nobilitano. E tutto questo grazie al cavallo, perché non ce l'avrei fatta con le mie sole forze.

Parafrasando Anna Marie Pasquette ne "La saga des Centaures" a proposito del Théatre équestre Zingaro, posso dirlo: "E' vero che…se l'equitazione sembra appannaggio di una casta sociale, il legame tra l'uomo e il cavallo è stato all'inizio intessuto da mandriani e contadini…"e anche"… Il cavallo ha bisogno dell'uomo quanto l'uomo del cavallo: per niente o completamente… A questa libertà Zingaro rende omaggio" e modestamente anch'io.

Un ultima annotazione. Se in futuro, in quel di Sambuco, qualche cavaliere ttaccherà i cavalli alla Malga Bastiè, intelligentemente ristrutturata, sappia che gli anelli infissi nei muri sono un suggerimento lasciato dalla nostra carovana, "Traccia Occitane, Draios Ousitanos 2003".


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