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Travagliato Cavalli Un’entità antica da ritrovare e non perdere

E una fiera mercato! Cosi' a mio modesto avviso dovrebbe rimanere! Una grande festa con piu' folklore ed enogastronomia, dove appassionati e commercianti, vivendo un evento di casa loro, commerciano, scambiano, comprano, vendono cavalli, carri e attrezzature; dove si media e si prenota fieno, granaglie, e poi tra un assaggio e l'altro di buon mangiare e bere ci si lancia in danze e divertimenti rurali.

 

Ecco come immagino "Travagliato Cavalli", non una sella americana all'entrata, ma un contadino con il suo TPR, che ara il campo, non un cavallo ispanico all'uscita, ma un branco di nostrani cavalli. Se dovessi dare un appellativo a questa fiera la chiamerei "Vorrei ma non posso".

 

Tanto spazio….ma poche strutture vere, tutto amovibile e precario, e poi, in un periodo dove le piogge non mancano mai: specialmente se la manifestazione e' cosi' lunga! E come sempre si e' detto "il troppo stroppia".
Sarebbe meglio destinare piu' investimenti per mantenere vive le tradizioni, per approfondire la cultura, per conoscere meglio la storia della propria terra e delle proprie origini: cowboy e indiani sono belli e folkloristici, ma servono strutture idonee e non preallestite, come quelle eccezionali, che gia' il territorio bresciano offre stabilmente; e questo vale anche per le altre specialita' e discipline olimpiche che un sito come Travagliato Cavalli non esalta ma sminuisce, perche' visitato da occasionali passeggiatori domenicali, che un po' vedono e un po' sentono, e che non si capisce bene se vengono in fiera a comprare ferri da stiro o a visitare lo stand delle automobili con la scusa dei cavalli oppure a visitare i cavalli con la scusa che si vendono anche i ferri da stiro e altro.

 

Il comitato organizzatore e le Istituzioni a supporto dell'evento fieristico dovrebbero puntare sull'origine della fiera mercato, valorizzando nel migliore dei modi, con le strutture disponibili, il settore piu' consono alla comunita' locale ed al suo territorio, cioe' la campagna, l'allevamento italiano, le possibili sinergie in agricoltura, attraverso aste dedicate a stalloni, fattrici e puledri di razza autoctona e nazionale, favorendo e sviluppando le direttive provenienti dall'U.N.I.R.E. e cercare, attraverso strutture tecniche, di rendere edotti gli allevatori su come migliorare propri prodotti ed economie.
"Travagliato citta' del Cavallo": questa dicitura e' ottima per il paese, per i cavalli, facendo pero' attenzione a non snaturare il vero tesoro di questa comunita' e questa terra, evitando di proporre una Ferrari da "90 CV", e invece facendo riscoprire a tutti come si migliora un bel "Landini a testa calda".

 

Il successo nasce dai contenuti e questi piu' hanno storia e tradizioni e piu' valore aggiunto daranno alla manifestazione, dando la possibilita' di contenere gli investimenti e di utilizzare le rimanenze per altri scopi piu' proficui e sociali, coinvolgendo ai giusti costi la popolazione locale, evitando i "mordi e fuggi" di mestieranti e improvvisati imprenditori di settore. La prova del 9 e' il "dopo fiera, la valutazione dei pro e dei contro, la valutazione dei benefici portati alla comunita', delle spese sostenute e della grande soddisfazione (si fa per dire!) di aver ricevuto centinaia e centinaia di persone di tutti i tipi che "hanno rotto la monotonia del luogo", dove teoricamente avrebbero dovuto incrementare vertiginosamente l'economia generale. Ma sara' poi cosi'?
Giornali, network e web, in base a pagamenti di fatture, scambi pubblicitari, visioni alterate, pacche sulle spalle e simpatiche amicizie a volte dipingono positivi risultati ed enfatizzano il nulla.

 

Comunque, tempo permettendo, e' una gran bella fiera!!
Ma l'elogio piu' grande lo rivolgerei al programma, ai cataloghi e supporti cartacei, alla sua grafica e l'azzeccata immagine, con un comitato d'onore degno di "Fiera Cavalli Verona", con patrocini e sponsor che traboccano dalle 78 pagine del catalogo generale, dove ci sono tutti, non manca nessuno, anzi…….forse qualche cavallo.
Insomma, "Travagliato Cavalli", nella sua "citta' del cavallo", sia quello che sia! Una splendida kermesse paesana, ma e' pur sempre una meravigliosa fiera mercato, dove trovi Folletto, Stirella, stufe, camini, fuoristrada, furgoni d'occasione, mezzi agricoli, sculture e bellissimi quadri, gastronomia, bibite, ottima enologia, spettacoli e tutto va bene per tutti ed infatti tutti vanno a Travagliato, tutte le famiglie, vecchi e bambini, per trovare cio' che cercano e vedere ed avvicinare i cavalli attraverso mostre, gare e spettacoli, e cosi' tutta quella gente della bassa e delle valli rivivranno le antiche abitudini e tradizioni dei bei tempi andati.
Per tutto questo non servono immagini da capogiro e pubblicita' faraoniche con organizzazioni megagalattiche, compresse in un sito che e' quello e', e quello rimane.

 

Tra i patrocini leggo l'UNICEF e mi viene subito in mente che il 70% delle spese, soprattutto quelle superflue per supercataloghi, inviti e rappresentanza, se donate a loro sicuramente con tali cifre, ben gestite nel terzo mondo, sarebbero sufficienti per costruire case e scuole per migliaia di bambini.
Altra cosa, che nel mio girovagare in fiera non ho visto, sono i grandi stand delle grandi associazioni tipo FISE, ENGEA, FITEC-TREC/ANTE, SIEW, ANEW, CSEN, UISP e tanti altri.
Essendo residente a Brescia e ben conoscendo l'ENGEA, dove in questa citta' ha la sua segreteria nazionale, ho domandato come mai questa assenza?
La risposta e' stata semplice e concisa.
Non riteniamo remunerativo un investimento in questa manifestazione: per mancanza di contenuti e strutture si spenderebbe 100 per ricavarne 10.
Poi le decisioni di investimento a livello fieristico convergono su Verona per l'eccellenza, Malpensa per l'organizzazione, le strutture ed il suo marketing di grande successo; Oristano, con Cavalli Sardegna, per tradizioni e costi e adesso stiamo pensando a Bari e Palermo, dove partiranno delle favolose novita'.

 

Per quanto riguarda Brescia bisognerebbe spostare l'interesse cavallo su Montichiari, dove vi sono delle infrastrutture fieristiche da fare invidia a Verona, dove veramente la provincia di Brescia e la regione Lombardia dovrebbero far confluire le giuste economie per un sicuro successo e evitando di investire in ricettivita' e strutture limitate; Montichiari e' il punto geograficamente giusto, con autostrade e aeroporto, dove tutto potrebbe essere veramente organizzato con spazi fisiologici e sicuri per un grande e vero successo tangibile e certificato (e non da mass media).
Comunque Travagliato ricerchi questo "Landini a testa calda" lasci questa finta Ferrari da "90 cv" e metta da parte un po' di arrivismo e viva i successi di questa importantissima riuscita fiera mercato.

Sergio Traversa


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