Ogni giovedi scopriamo le origini, le caratteristiche e le attitudini di una particolare razza equina. Oggi pariliamo del Pony di Esperia: un pony da valorizzare
Di grande resistenza, particolarmente frugali, rustici e perfettamente adattati ad un ambiente molto severo e difficile, piccoli di mole,dal mantello nero e lucido. Sono questi gli aggettivi ricorrenti con i quali – nei rari scritti descrittivi esistenti – si connota il CAVALLINO DI ESPERIA, una sorta di "pony ciociaro", come è stato definito, dal portamento fiero e dal carattere vivace,insediato allo stato brado soprattutto nei Monti Ausoni, nei Monti Lepini e nel massiccio del monte Cairo.
Sorprende in primo luogo nel Pony la sua rusticità, la capacità cioè di vivere in ambienti particolarmente aridi, brulli, ignorando la mancanza di acqua per lunghissimi periodi, nutrendosi di arbusti di cardi, della pochissima erba di quei luoghi selvaggi e solitari e sopportando i venti, le piogge, il freddo più rigido ed il caldo più soffocante con una "indifferenza" davvero incredibile.
LUOGO DI ORIGINE:
Femmine: 132
– Collo: proporzionato, non eccessivamente muscoloso;
– Spalla: robusta e ben attaccata al tronco;
– Garrese: pronunciato;
– Dorso: può presentare insellatura;
– Lombi: muscolosi, ben attaccati alla groppa;
– Groppa: inclinata, mediamente sviluppata;
– Petto: correttamente sviluppato e muscoloso;
– Torace: poco profondo;
– Arti: robusti, sottili, asciutti con barbetta al nodello;
– Articolazioni: robuste, nette;
– Andature: energica, elastica ed agile;
– Appiombi: regolari;
– Piede: sano, resistente, ampio, pigmentato.
– Circonferenza torace: maschi 165, femmine 160
– Circonferenza stinco: maschi 19, femmine 18
DIFETTI CHE COMPORTANO L´ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
– Mantello: diverso da morello;
– Balzane: ammesse limitate tracce;
– Testa: ammessi pochi peli bianchi in fronte;
– Taglia: diversa dallo standard o comunque superiore a 148 cm
Lo Standard è stato definito da appositi Gruppi di Lavoro; sono stati effettuati i riscontri di campo e sono successivamente intervenute delibere di approvazione da parte della Commissione Tecnica Centrale
Il pony fu chiamato DI ESPERIA grazie al barone Ambrogio Roselli di Esperia che, in una superfice montana di oltre duemila ettari, ne allevò la specie e la selezionò, connotandola in maniera precisa ed inequivocabile.
L'avvento della motorizzazione di massa ed il benessere del dopoguerra ha praticamente messo fuori mercato il PONY che non trova più evidentemente la sua convenienza nel trasporto ed anche la macellazione ha visto restringersi le sue possibilità.
Oggi gli esemplari esistenti in Ciociaria superano appena le duecento unità (è difficilissimo il censimento, data la sua particolare vivacità), un numero evidentemente ancora a rischio.
Il carattere vivace ma allegro, persino bonario, consente al "Pony Ciociaro" di prefigurarsi un futuro meno duro e difficile nel campo dell'equitazione da svago: è possibile valorizzare il pony inserendolo nei circuiti dei pony club nazionali ed internazionali assicurandogli un sicuro successo in virtù delle sue caratteristiche morfologiche molto diverse da quelle del pony tradizionale: questa sua distinsione ne favorirebbe l'immediata conoscibilità e dunque uno specifico, peculiare mercato proprio.
C.N.R., (1997) "Atlante etnografico delle popolazioni
equine ed asinine italiane".
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