Tutto ebbe inizio nel 396 a.C., quando la principessa Kyniska fu la prima donna a vincere la medaglia d´oro olimpica per la corsa dei carri.
A dire il vero, il riconoscimento le fu assegnato solo in quanto proprietaria dell´attacco, dato che alle donne a quel tempo non era permesso guidare…
Da allora molto è cambiato, tanto che le discipline equestri rappresentano oggi l´unico sport dove uomini e donne gareggiano nella stessa categoria.
Sappiamo da diverse incisioni e da dipinti d’epoca che nel ‘600 era abbastanza di difusa la guida di slitte da parte delle dame, impegnate in movimentati caroselli a scopo di intrattenimento. Fu tuttavia nel XVIII secolo che la guida dei cavalli si trasformò in arte, e le signore non erano certo disposte a tenersi in disparte. Se la moglie del Re Sole, Luigi XIV, non disdegnava di maneggiare le redini lunghe, altrettanto faceva la regina Maria Teresa d’Asburgo, moglie dell’imperatore d’Austria Francesco I.
Fu solo a partire dal XIX secolo che le dame si dedicarono con maggiore frequenza alla guida dei propri attacchi nei parchi, al pari dei rappresentanti della borghesia e dell’aristocrazia. La conquista del mondo sportivo da parte del gentil sesso ebbe inizio nell’alta classe inglese e si diffuse rapidamente sia in Europa che in America. Accanto a tutte le altre discipline come il ciclismo, il tennis e l’hockey, molte signore dotate di adeguati mezzi economici consideravano molto "chic" farsi vedere alla guida di eleganti carrozze.
Intorno al 1850 furono costruiti i primi modelli speciali di Phaeton per signora, spesso tirati da pariglie di eleganti cavalli di piccola taglia. Un modello per tutte: la regina Vittoria, che era solita passeggiare alla guida di una specie di Duc che ancora oggi nel nord Europa viene designata come “Victoria”.
Lo sport si tinge di rosa
Quando intorno al 1900 anche gli attacchi assursero al rango di sport, le signorene vollero far parte fin dall’inizio. La loro ambizione le spingeva a prendere lezione dai grandi maestri, tra i quali l’inglese Edwin Howlett e il tedesco Benno von Achenbach, soprattutto per la guida del tiro a quattro, arte che non ammette improvvisazione.
Numerose sono le foto che ritraggono eleganti signore alla guida di carrozze a due ruote nel periodo della Belle Epoque: era molto di moda allora farsi vedere sui Boulevard accompagnate da un lac-chè, con un Tilbury, un Gig, un Buggy o un Cabriolet. Tanta strada è stata fatta da allora e ormai le presenze femminili nel mondo degli attacchi sono una realtà.
Il XXI secolo: da moda a tradizione
Nell’ambito della tradizione le signore spesso ritrovano il piacere di socializzare in un’atmosfera di eleganza e signorilità, confrontandosi ad armi pari con gli uomini animati dalla stessa passione per i cavalli, dal piacere trasmesso dai legni antichi, dalle tappezzerie un po’ consumate ma proprio per questo vive, godendo di un contesto nel quale ancora oggi è bello “vedere e farsi vedere”.
Se poi a tutto questo si unisce una piccola dose di competitività e la possibilità di vincere un premio che sia testimonianza della cura e dell’impegno profuso nella preparazione del proprio attacco in ogni suo aspetto, si capisce come tanto fascino esercitino queste manifestazioni, sia per chi vi partecipa sia per chi vi assiste.
Articolo estratto dal n°1/2010 di Carrozze&Cavalli, la rivista per tutti gli appassionati di redini lunghe!
Negli articoli e nelle rubriche di Carrozze&Cavalli troverete spunti e risposte interessanti su storia, cultura, tradizione, agonismo e tempo libero.
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