La testimonianza della mamma di un bambino diversamente abile che
ha trovato la gioia e il sorriso con la riabilitazione equestre
L’articolo che presentiamo è la dimostrazione che la forza di volontà e la pazienza di tanti genitori “speciali” porta a risultati impensabili e dal grande valore soprattutto sul fronte del messaggio che anche nello sport c’è tanta voglia di vincere senza partecipare a gare!
Con EQUITABILE® www.equitabile.it il messaggio dell’inclusione sociale in sella crea veri presupposti di uguaglianza e condivisione pur nelle diverse abilità.
Il nostro grande Davide ha dato prova negli anni di tanta tenacia e voglia di non essere diverso dagli altri: crediamo proprio che ci sia riuscito. Un grande in bocca al lupo da tutto il Portale del Cavallo al nostro piccolo lettore e alla sua famiglia!
di Sabrina Vitali
Ci si affanna tutto il giorno: porta il bambino “a calcio”; accompagna la bambina “a danza” o “a ginnastica artistica”. Il giorno dopo è la volta della “piscina”, perché il nuoto fa bene ai bambini. Poi i bambini si devono accompagnare anche a “musica”, perché la musica li arricchisce e li stimola durante la crescita. Queste attività parascolastiche erano vietate al mio bambino.
Davide, infatti, è affetto da tetraparesi spastico-distonica e, non potendo camminare, si sposta su una sedia a rotelle.
Un po' mi dispiaceva vedere tutti gli altri bambini con i loro borsoni avviarsi felici verso la mamma che li avrebbe accompagnati a praticare il loro sport preferito: Davide invece faceva tantissima attività fisica, ma si trattava di sedute di fisioterapia che, comunque, non sono mai un divertimento.
Finalmente un giorno ho sentito parlare di rieducazione equestre.
Mi hanno spiegato che si tratta di un tipo di riabilitazione che si propone di “usare” il cavallo come mezzo per proporre determinati esercizi alle persone in situazione di disabilità al fine di migliorarne la condizione fisica, psicologica e di relazione.
Ricordo che in quel periodo Davide, aveva 5 anni, stava attraversando un momento un po' difficile. Cominciava a prendere coscienza di se ed era a volte un po' chiuso. Alcuni momenti, invece, sembrava arrabbiato e io sentivo il desiderio di fare qualcosa per lui.
Volevo regalargli qualcosa di bello; che lo rendesse felice. Così iniziammo ad “andare a cavallo” e Roberto entrò nella nostra vita. Roberto è un “riabilitatore equestre” e anche l'organizzatore del servizio di rieducazione equestre che si svolge presso il centro Equitabile di Cernusco. Soprattutto è una persona di straordinaria umanità ed è subito riuscito a stabilire con Davide un rapporto di fiducia e di simpatia (finalmente un uomo tra tante insegnanti e fisioterapiste donne!!!).
Davide è stato subito entusiasta e non ha mai manifestato il minimo problema. Credo che per lui sia bellissimo lasciare, anche se per poco tempo, la vita frenetica della nostra città ed immergersi nella natura, circondato dai campi e dagli animali. Ricordo un pomeriggio d'inverno di qualche anno fa, quando il paesaggio era imbiancato da un leggero velo di neve e la seduta di “ippoterapia” si è trasformata in una esperienza magica; una passeggiata nel mondo delle favole.
Penso che per un ragazzo disabile sia importante lasciare lì la sedia a rotelle e, per una volta, vivere con gioia il proprio corpo. Immagino che, cavalcando, provi sensazioni che non sperimenta mai in nessuna altra occasione.
Quando Roberto gli propone determinati “percorsi” riesce a vivere le situazioni che per altri sono normali, ma che a lui non sono consentite mai, se non in maniera teorica. Per esempio “gira a destra”, “gira a sinistra”, “facciamo un grande cerchio intorno al birillo”, “entriamo dentro il cerchio”. Inoltre ho notato che pian piano Davide è riuscito a migliorare il tono dei muscoli (molto rigidi) e da un po' di tempo riesce a divaricare bene le gambe e stare in maniera abbastanza stabile sul cavallo.
A volte tiene, per brevi momenti, le redini. In particolari giorni quando Davide è abbastanza “padrone del proprio corpo” Roberto scende dal cavallo (in genere sale con lui) lasciando che cavalchi da solo. Non dimenticherò mai la prima volta in cui il mio bambino è rimasto da solo in groppa al suo Pinocchio. I suoi occhi brillavano per la gioia e l'emozione. E poi tutti che si complimentavano con lui e che gli dicevano quanto fosse bravo.
E' stato un giorno incredibile. Sono ormai nove anni che mio figlio pratica il suo sport preferito. Questi anni non sono stati certo facili; ci sono stati per Davide e per tutta la mia famiglia dei momenti di grande difficoltà legati principalmente alla sua salute e, anche, alle sue condizioni psicologiche. Però una cosa è certa: per Davide il martedì pomeriggio è un giorno bellissimo, perché fuori dalla scuola c'è la mamma che aspetta con il “borsone” e, finalmente, “andiamo a cavalcare”.
Sabrina Vitali
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