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La Sindrome di Cushing.

Negli ultimi anni la cura e la prevenzione che viene fatta in medicina veterinaria ha portato ad un aumento della vita media dei nostri animali. Questo si è verificato anche nell’ambito equino.

Sempre piu’ spesso si trovano, persino a livello agonistico, dei cavalli “anziani”. Pertanto e’ doveroso studiare e curare le patologie che piu’ spesso colpiscono il paziente geriatrico.

 

Questo e’ il caso della sindrome di Cushing. Tale sindrome ovviamente non colpisce solo cavalli vecchi ma la maggior parte di loro ne sono affetti!

 

Il termine sindrome di Cushing oggi viene usato per definire l’insieme dei segni clinici attribuibili ad un aumento cronico dei glucocorticoidi circolanti, il piu’ conosciuto dei quali e’ il cortisolo.

 

Ognuno di voi conosce almeno una versione “sintetica” del cortisolo tra i farmaci quale ad esempio il prednisolone o il desametasone. Per capire i sintomi e le cause della sindrome di Cushing bisogna fare un piccolo riassunto di come funzionano queste sostanze nel cavallo.

 

I livelli del cortisolo nell’organismo sono regolati da un ormone chiamato ACTH (Adreno-Cortico-Tropic Hormon o Ormone adrenocorticotropo).

 

Questo ormone e’ prodotto dalla parte intermedia dell’adenoipofisi che e’ una ghiandola presente nel cervello. Tale ghiandola viene attivata, a sua volta, da un’altra ghiandola presente nel cervello chiamata ipotalamo.

 

L’ ACTH una volta prodotto, va ad agire su un’altra ghiandola ancora chiama surrene, nello specifico nella parte piu’ esterna di questo organo, la corteccia surrenale. Il surrene, stimolato, produce tre tipi di sostanze:

 

1) I Mineralcorticoidi che regolano l’equilibrio idricosalino;

 

2) Gli Androgeni che regolano lo sviluppo ed il mantenimento delle caratteristiche maschili e dei suoi organi nel maschio, e sono i precursori degli estrogeni (gli ormoni femminili) nella femmina;

 

3) I Glicocorticoidi che regolano il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine ( il piu’ conosciuto di tutti e’ il cortisolo).

 

Questa noiosa prefazione per far capire che la sindrome di Cushing si puo’ presentare in seguito a svariate cause, ossia per dei tumori o patologie a carico dell’ipotalamo, tumori o patologie a carico dell’adenoipofisi, tumori o patologie a carico del surrene ed infine in seguito a somministrazioni eccessive, ripetute e prolungate nel tempo di glucocorticoidi esogeni, cioe’ farmaci cortisonici! Analizzando le varie cause si capisce subito come mai la maggior parte di cavalli con Cushing siano cavalli anziani o comunque spesso di eta’ superiore a 15 anni.

 

La sintomatologia di questa sindrome e’ ampia e variabile. Tutti i differenti sintomi sono riconducibili ad un alterazione della funzione delle sostanze nominate precedentemente.

 

Percio’ il cavallo con Cushing puo’ presentare:

 

Alterazioni idrico-saline: il cavallo beve molto e urina molto (polidipsia e poliuria), agli esami del sangue si puo’ riscontrare un’alterazione della concentrazione degli elettroliti quali soprattutto sodio e potassio e agli esami delle urine puo’ essere presente del glucosio.

 

Sviluppo caratteristiche maschili: aumento del pelo (irsutismo) che fatica a cadere anche in estate pioche’ ci puo’ essere anche un’alterazione nell’omeotermia (il mantenimento della temperatura corporea rispetto alla temperatura esterna).

 

Metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine: il cavallo perde o aumenta di peso senza motivo e puo’ ridistribuire il grasso corporeo in zone particolari quali il collo ed il dorso. Può presentare letargia, atrofia muscolare, alterazioni neurologiche con cambio del suo normale comportamento e tra i sintomi piu’ ecclatanti, episodi di laminite piu’ o meno ripetuti che avvengono senza motivo.

 

La laminite e’ causata da un’alterazione della perfusione del sangue a livello delle lamine del piede del cavallo determinata dai livelli errati di glicemia ed insulina nel cavallo con il Cushing. Da cio’ si intuisce gia’ che una corretta alimentazione fara’ parte della terapia e della gestione del soggetto malato.

 

Oggi e’ molto semplice fare diagnosi di Cushing visto che esistono svariati test ematici che si possono fare.

 

Uno e’ il test da carico con desametasone che pero’ e’ altamente sconsigliato nel caso in cui sia in atto un episodio di laminite, in alternativa si puo’ calcolare il dosaggio dell’ACTH nel sangue effettuando un semplice prelievo. I costi degli esami sono contenuti e la diagnosi e’ chiara.

 

Un cavallo con il Cushing non guarira’ mai visto che spesso all’origine vi sono dei tumori, e comunque questa e’ una patologia cronica degenerativa.

 

Pero’ da poco anche in Italia e’ arrivato un farmaco a base di pergolide che permette di far scendere il livello di cortisolo nel sangue.

 

Il farmaco si presenta sottoforma di compresse e ad un cavallo adulto si somministra una compressa al giorno, dopo almeno un mese di terapia si consiglia di ripetere il dosaggio dell'ACTH.

 

Se i valori sono tornati nella norma si proseguirà con tale terapia per tutta la vita del cavallo, se invece sono ancora elevati bisognera’ aumentare il dosaggio del farmaco finche’ si ottiene il risultato voluto per poi diminuirlo gradualmente.

 

La terapia ha circa un costo di 1 euro al giorno e i risultati sono in genere molto evidenti nel giro di un mese. In associazione alla terapia medica è molto utile alimentare i cavalli con una dieta composta da alimenti di ottima qualità ma ricchi di fibre e poveri di carboidrati. Oggi esistono anche dei mangimi specifici per tali patologie.

 

I cavalli con Cushing possono tranquillamente continuare a fare la vita di sempre compreso il loro lavoro.

 

La loro prognosi e’ da ritenersi riservata, ma la loro qualità di vita risulta più che buona nei soggetti nei quali viene effettuata una corretta terapia ed un corretto management.

 

 

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Quarter Horse Magazine Italy
Articolo di Isabella Maffei
Medico Veterinario


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